“La mostra nasce da una ricerca che è stata condotta proprio sull’esposizione che venne realizzata nel giugno del 1948, a un mese dalla nascita dello Stato d’Israele. Allora, il gotha dell’arte contemporanea italiana si mise assieme, superando acredini, differenze di vedute e sensibilità artistiche, con un unico obiettivo: sostenere lo Stato d’Israele. Quindi si può dire che, anche la mostra che abbiamo curato noi, recuperi non solo parte di quel patrimonio artistico straordinario, ma anche lo spirito che mosse quegli artisti”. Con queste parole Davide Spagnoletto ha raccontato a Formiche.net (qui l’intervista) il senso profondo della mostra inaugurata ieri al Museo ebraico di Roma dal titolo “Roma 1948. Arte italiana verso Israele” di cui è curatore assieme a Giorgia Calò, proprio in occasione del 75esimo anniversario della fondazione dello Stato di Israele.
“Sono 19 le opere in mostra – ha raccontato Calò -, 17 quelle che facevano parte delle opere dell’esposizione del 1948. Tra queste (oltre a una copia originale della dichiarazione di indipendenza dello Stato), sedici sono dipinti e una è scultura. Nella prima stanza, in cui si ripercorre anche dal punto di vista documentale la fase storica della fondazione dello stato d’Israele, sono contenuti due dipinti che provengono da Tel Aviv, di un artista italo-israeliano: Renzo Avigdor Luisada. Lui, che divenne di fatto israeliano dopo la fuga dall’Italia negli anni ’30, fu colui che ha interceduto la donazione delle opere in mostra nel 1948 allo Stato d’Israele”.
Rivive nell’arte, lo spirito originario dello Stato d’Israele. Nel 75esimo anniversario dalla sua fondazione, il tributo più sublime è il ricordo di qualcosa che ancora, dal 1948, riecheggia e si rinnova. La mostra curata da Davide Spagnoletto e Giorgia Calò (che inaugura oggi al Museo ebraico di Roma, in via Catalana) è un viaggio che da palazzo Torlonia (dove venne ospitata la mostra degli artisti più emergenti dell’epoca ma non solo, nel 1948) porta al cuore di Israele. Formiche.net ha parlato in anteprima con i curatori dell’esposizione (che sarà aperta al pubblico da domani fino al 10 di ottobre), che hanno spiegato la genesi di una rassegna destinata a restare impressa nella memoria.
Ecco le foto di Umberto Pizzi della serata.
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