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In risposta agli attacchi lanciati nella notte da Israele contro una serie di bersagli iraniani, Teheran sembra aver reagito scagliando ondate di droni (nell’ordine delle centinaia) contro il territorio dello Stato ebraico, confermando l’ipotesi diffusa sul fatto che un massiccio attacco condotto attraverso sistemi unmanned sarebbe stata la forma di rappresaglia più probabile all’azione israeliana. E forse è proprio per questo che gli Stati Uniti avrebbero deciso di dirottare alcune avanzatissime capacità anti-drone, originariamente destinate all’Ucraina, verso il teatro mediorientale.

Ad annunciarlo è stato il segretario alla Difesa Pete Hegseth in occasione di un’audizione al Senato svoltasi mercoledì mattina. “Il Medio Oriente è un teatro molto dinamico. Nell’interesse di mettere l’America e gli americani al primo posto, stiamo per aumentare i sistemi anti-Uas a disposizione delle nostre truppe, delle nostre basi e delle nostre posizioni, se pensiamo che ci sia un potenziale di minaccia, e considerando l’ambiente in cui ci troviamo in questo momento, questa è stata e continuerà ad essere una priorità per noi” sono le parole pronunciate da Hegseth rispondendo alla domanda di un senatore sull’ipotesi sollevata dai media (e confermata da Hegseth stesso) sul trasferimento di armi anti-drone dall’Ucraina al Medio Oriente; il segretario alla Difesa non ha però fatto riferimento agli specifici sistemi coinvolti.

Alcuni indizi su quest’ultimo interrogativo sono individuabili in un’intervista rilasciata pochi giorni fa ad Abc News dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il quale aveva rivelato che gli Stati Uniti avevano annullato l’invio di circa ventimila missili anti-Shaed (asset che ha definito “non costosi, ma basati su una tecnologia speciale”) un dirottandoli invece verso il Medio Oriente, dove sarebbero stati utilizzati per la protezione delle proprie forze. L’intervista era stata a sua volta preceduta da un articolo del Wall Street Journal relativo al reindirizzamento alle forze americane di una tecnologia chiave contro i droni (nello specifico “spolette speciali per razzi”) destinata all’Ucraina.

Questi dettagli suggeriscono che i sistemi in quetsione siano i sistemi missilistici a guida laser Advanced Precision Kill Weapon System II (Apkws II). Tali sistemi trasformano razzi da 70 mm non guidati in munizioni guidate ad alta precisione, rendendoli un’arma relativamente economica che l’Ucraina ha utilizzato per difendere i propri cieli dai droni e dai missili da crociera a bassa quota. Gli Apkws II sono stati adattati anche per un utilizzo aria-aria, con gli F-16 dell’aeronautica statunitense che hanno abbattuto i droni Houthi utilizzando i razzi guidati, il che amplia drasticamente il numero di bersagli di droni che un singolo jet può ingaggiare senza riarmarsi. Gli Apkws II sono ora autorizzati anche per i pesanti F-15e e sono già stati dispiegati in Giordania.

“La sicurezza dei nostri membri del servizio e delle loro famiglie rimane la nostra massima priorità e il Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom) sta monitorando lo sviluppo della tensione in Medio Oriente”, ha dichiarato mercoledì pomeriggio un funzionario della difesa statunitense a The War Zone, “Il segretario alla Difesa Pete Hegseth ha autorizzato la partenza volontaria dei militari a carico dalle località del Centcom. Il Centcom sta lavorando in stretto coordinamento con le nostre controparti del Dipartimento di Stato, così come con i nostri alleati e partner nella regione per mantenere un costante stato di prontezza per supportare qualsiasi numero di missioni in tutto il mondo in qualsiasi momento”.

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