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Vittorio Messori, sul Corriere della Sera di oggi, parla di un “ciclone Bergoglio” che “stavolta si è abbattuto sui frati, monaci e consacrati” che partecipavano alla periodica assemblea dell’Unione dei Superiori generali degli Istituti religiosi maschili. In effetti, Francesco (come sempre) non ha badato al politicamente corretto, bensì ha assestato più di un colpo riguardo la situazione dei religiosi. Ha parlato di vocazioni, di formazione, di missione. Lo ha fatto a fine novembre, in un incontro durato ben tre ore i cui contenuti sono stati rivelati ieri pomeriggio dalla Civiltà Cattolica. Un colloquio “franco e libero”, l’ha definito padre Antonio Spadaro, il direttore della rivista gesuita presente alla riunione.

“LA CHIESA DEVE ESSERE ATTRATTIVA”

Il Papa ha evitato di leggere un discorso, chiedendo agli ospiti di fare altrettanto. Si è seduto e ha persino bevuto un mate, nota Spadaro a sottolineare come il clima fosse informale. La Chiesa, ha detto Bergoglio, “deve essere attrattiva. Svegliate il mondo! Siate testimoni di un modo diverso di fare, di agire, di vivere! E’ possibile vivere diversamente in questo mondo. Stiamo parlando di uno sguardo escatologico, dei valori del Regno incarnati qui, su questa terra. Si tratta di lasciare tutto per seguire il Signore”, ha detto Francesco.

“I SEMINARI FORMINO IL CUORE, NON PICCOLI MOSTRI”

Molto chiara è anche la posizione del Papa sulla missione dei seminari: lì “dobbiamo formare il cuore, altrimenti formiamo piccoli mostri. E poi questi mostri formano il popolo di Dio. Questo mi fa venire davvero la pelle d’oca”. Indispensabile è, “se il seminario è troppo grande”, “dividerlo in comunità con formatori capaci di seguire davvero le persone”. Il dialogo, ha aggiunto il Pontefice, “deve essere serio, senza paura, sincero. E bisogna considerare che il linguaggio dei giovani in formazione oggi è diverso da quello di chi li ha preceduti: viviamo un cambiamento d’epoca”. Riguardo la formazione, Francesco non ha dubbi: “E’ un’opera artigianale, non poliziesca. Deve essere orientata non solamente alla crescita personale, ma alla sua prospettiva finale, il popolo di Dio. Formando le persone, bisogna sempre pensare ai fedeli, al popolo fedele di Dio”. Ancora una volta, l’invito a non pensare la chiesa come un’organizzazione burocratica, una ong: “Non dobbiamo formare amministratori, gestori, ma padri, fratelli, compagni di cammino”.

SI’ AI PECCATORI, NO AI CORROTTI

Dure parole riguardo i casi di abusi sessuali, a proposito dei quali – scrive Spadaro – il Papa ha ricordato la “grande decisione di Benedetto XVI“. Una decisione che, ha aggiunto Francesco, “ci deve servire da esempio per avere il coraggio di assumere la formazione personale come sfida seria avendo in mente sempre il popolo di Dio”. C’è un rischio ulteriore e il Papa avverte: “Se un giovane che è stato invitato a uscire da un Istituto religioso a causa di problemi di formazione e per motivi seri, viene poi accettato in un seminario, questo è un altro grosso problema. Non sto parlando di persone che si riconoscono peccatori: tutti siamo peccatori, ma non tutti siamo corrotti. Si accettino i peccatori, ma non i corrotti”.

“IL CLERICALISMO E’ UNO DEI MALI PIU’ TERRIBILI”

Attenzione poi all’ipocrisia, “frutto di clericalismo, che è uno dei mali più terribili”, ha detto il Papa. Bisogna comprendere infatti che “non si risolvono i problemi semplicemente proibendo di fare questo o quello. Serve tanto dialogo, tanto confronto. Per evitare i problemi, in alcune case di formazione, i giovani stringono i denti, cercano di non commettere errori evidenti, di stare alle regole facendo molti sorrisi, in attesa che un giorno gli si dica ‘Bene, hai finito la formazione”. Un sistema che deve cambiare.

“PER CAPIRE LA REALTA’ BISOGNA STARE IN PERIFERIA”

Immancabile il riferimento alla periferia: “I grandi cambiamenti della storia si sono realizzati quando la realtà è stata vista non dal centro, ma dalla periferia”, ha detto Francesco, aggiungendo che “è una questione ermeneutica”. Per capire davvero la realtà, “dobbiamo spostarci dalla posizione centrale di calma e tranquillità e di dirigerci verso la zona periferica. Stare in periferia aiuta a vedere e capire meglio, a fare un’analisi più corretta della realtà, rifuggendo dal centralismo e da approcci ideologici”. Se questo non avviene, “allora si corre il rischio di essere astratti ideologi e fondamentalisti”.

“OCCHI APERTI SULLA TRATTA DELLE NOVIZIE”

Infine, l’invito a tutti a “tenere gli occhi aperti” sulla cosiddetta “tratta delle novizie”, cioè il massiccio reclutamento vocazionale delle chiese più giovani. Un problema bene presente nella mente del Papa, che ha ricordato la denuncia avvenuta nel 1994 da parte dei vescovi filippini: congregazioni straniere arrivavano sull’arcipelago allo scopo di reclutare vocazioni da trapiantare in Europa.

FRANCESCO INDICA LA VIA DELLA RIPRESA

In definitiva, scrive Vittorio Messori, “Francesco sembra indicare la via di una possibile ripresa” dopo la grande crisi. “Una via di semplice buon senso e come tale spregiata da una certa intellighenzia clericale: essere frati e monaci è pensabile solo in una dimensione di fede vera e profonda, solo nell’accettazione di una esistenza talmente permeata dal Vangelo da divenire essa stessa segno e motivo di stupore, dunque di attrazione”.

Ecco il formidabile colloquio di Papa Francesco con frati e monaci

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