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Uno è il presidente del Partito per la Libertà nei Paesi Bassi. L’altra, oltre che essere figlia d’arte, con il suo Front National sta tentando in un colpo solo di accreditarsi come il competitor numero uno dei socialisti francesi sbaragliando la concorrenza dell’Ump. Geert Wilders e Marine Le Pen: due storie che hanno come comune obiettivo le elezioni europee di maggio, quando potrebbe svolgersi una sorta di grande referendum pro Unione.

NAZIONALISMO COMUNE
L’elemento in comune tra i due politici è la sensibilità nazionale, ma mentre l’olandese mantiene le medesime posizioni praticamente da sempre, la Le Pen nell’ultimo semestre è riuscita ad incunearsi nei meandri dell’insoddisfazione economica dei francesi, “pescando” anche nel centrodestra targato Copé-Fillon. All’orizzonte l’obiettivo si chiama nuova Europa, dal momento che quella monetaria e semipolitica così com’è non funziona, anche se disaccordi organizzativi del passato hanno impedito quella che potrebbe essere la prosecuzione dei ragionamenti avviati ad esempio a Berlino dai liberali di Alternativa per la Germania, il partito nato da pochissimi mesi e che per un soffio non ha raggiunto la soglia minima del 4% utile per fare ingresso nel Bundestag.

META NAZIONALE
Wilders e Le Pen vogliono formare un muro, destroso ed euro critico, che fino ad oggi non è riuscito per via dei disaccordi interni. Nel 2007, un certo numero di gruppi di destra per breve tempo dette vita ad un’ associazione, “Identità, Tradizione, Sovranità”. Ma svanì dopo che l’italiana Alessandra Mussolini descrisse i romeni come “delinquenti abituali”. Da quel momento i numerosi euroscettici e i gruppi populisti di destra in parlamento hanno agito per lo più individualmente, o in partnership con grandi sigle come l’Alleanza europea per la libertà.

ALLEANZE
Ed ecco che la convergenza tra Wilders e Le Pen potrebbe portare con sé l’interessamento di altre micro realtà che nel continente esistono, come la destra populista svedese, Vlaams Belang il leader di Interesse fiammingo in Belgio, o Heinz-Christian Strache, capo del Partito della Libertà di Austria (FPÖ), passando per la Lega Nord in Italia: uniti contro Unione europea, germancentrismo, Islam, ingresso turco nell’Ue e immigrazione.

CRITICHE
Non piace il nuovo binomio anti Ue ai tedeschi di Alternativa per la Germania, né all’inglese Nigel Farage dell’UKIP, spaventati dall’estremo antisemitismo di Wilders e concentrati invece più sulle questioni economiche relative alla sovranità nazionale. Ma la riunificazione (almeno nelle intenzioni) di ieri un primo effetto già l’ha ottenuto: quel 24% di consensi per il Front National di Le Pen, sommato al 30% i cittadini europei euroscettici pur non essendo né di destra né contro l’immigrazione, significa che la strada battuta dai due leader potrebbe travalicare steccati ideologici e battaglie meramente valoriali. E incamerare il senso di insoddisfazione che trasuda nei singoli stati membri. Appuntamento a maggio.

twitter@FDepalo

 

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