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Per riformare la scuola italiana il ministro Maria Chiara Carrozza ha annunciato da circa dieci giorni l’avvio di una consultazione pubblica. Quasi fosse un indovinello, di essa il ministro ha svelato innanzitutto cosa non è: non è un “convegno”, né trattasi di “stati generali”. Non è un “referendum on line” e non sarà neppure una “consultazione tra addetti ai lavori”.

CHE COS’È?
“La Costituente della scuola sarà la più grande domanda, e mi auguro la più grande risposta, sulla scuola italiana contemporanea”, ha risposto il ministro a Repubblica. “Vogliamo aprire un dibattito in tutto il Paese su questo bene primario – ha proseguito Carrozza -. Voglio capire cosa ne pensano, e come vorrebbero la scuola, presidi, insegnanti, studenti, genitori, partiti, fondazioni, associazioni”.

DOVE NASCONO LE IDEE
Un ministero a corto di idee? Carrozza solleva ogni dubbio: “Da ministro ho le mie idee, ma se non capisco quelle del Paese non posso elaborare l’ultima riforma della riforma della riforma. Vorrei fare insieme agli italiani la grande e giusta riforma della scuola italiana”.

I QUESITI
Per partecipare alla Costituente il ministero ha lanciato l’hastag #openMiur e posto una serie di domande: L’autonomia scolastica come si deve realizzare? Che tipo di dipendenza dai governi nazionali o regionali si deve attuare? Chi deve reclutare gli insegnanti? I dirigenti scolastici? Il Ministro? Gli uffici regionali? I sindaci? Cosa pensano gli italiani dell’alternanza scuola lavoro? E’ un modo efficace per combattere la dispersione?

UN’ILLUSIONE? LE PUNTATE PRECEDENTI
Il ricorso ad una grande consultazione che indichi i percorsi da seguire non è nuovo. E secondo quanto ha sostenuto sul Sussidiario.net Giorgio Chiosso, ordinario di Storia dell’educazione e Presidente del Consiglio di corso di studi in Scienze dell’educazione nell’Università di Torino, rappresenta pure un’illusione. Il suo giudizio è però più duro. Per il prof., che ha ancora ben in mente i falliti tentativi del passato, la consultazione web altro non è che la deriva di una politica senza proposte. Chiosso rispolvera la memoria: 1996, il ministro Berlinguer dispose una ricognizione a vasto raggio con scopi analoghi a quelli attuali; 2001, il ministro Moratti diede a sei esperti il compito di sondare lo stato delle scuole in diretta. Tutti casi che secondo la ricostruzione del professore dell’Università di Torino non hanno sortito effetto alcuno. Augurando alla Costituente carrozziana miglior fortuna Chiosso lascia in dono l’insegnamento dei propositi mega riformatori falliti: “È inutile tentare altre riforme dall’alto”.

IL LIBRO DEI SOGNI
Dalle illusioni ai rischi. Quelli elencati dal maestro e giornalista Alex Corlazzoli sul sito online Che Futuro: Primo rischio: “Si registreranno le proposte più assurde, si scriverà un grande libro dei sogni, ci s’illuderà di poter finalmente compiere una rivoluzione epocale in un momento storico in cui l’istruzione in Italia non è ancora una priorità per la politica”; Secondo rischio: “Matteo Renzi in campagna elettorale aveva già parlato di una grande consultazione degli assessori all’istruzione del Partito Democratico. Ora arriva anche la Carrozza. Speriamo non si tratti solo di una gara alla partecipazione”; Terzo: la scelta di aprire il dibattito a tutti è profetica ma accanto ad una consultazione popolare (che rischia di avere il gusto di populismo) serve un lavoro fatto da chi da qualche tempo sta sperimentando nuovi modelli pedagogici, nuovi metodi all’altezza dell’era digitale, nuove forme di gestione delle scuole e della partecipazione di genitori e studenti”, scrive Corlazzoli.

Scuola, post-it per il ministro Carrozza sulla consultazione

Per riformare la scuola italiana il ministro Maria Chiara Carrozza ha annunciato da circa dieci giorni l’avvio di una consultazione pubblica. Quasi fosse un indovinello, di essa il ministro ha svelato innanzitutto cosa non è: non è un "convegno", né trattasi di "stati generali". Non è un "referendum on line" e non sarà neppure una “consultazione tra addetti ai lavori". CHE…

Antonella Masi

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