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La giornata di Papa Francesco ad Assisi passerà alla storia come una delle più intense di questo primo scorcio di Pontificato. Cinque discorsi e un’omelia, per lo più a braccio, in cui Bergoglio ha chiarito una volta di più l’idea che ha della Chiesa.

Ha cominciato di prima mattina salutando gli ospiti dell’Istituto Serafico, ammalati e disabili. Francesco ha parlato delle piaghe di Gesù presenti nella carne dell’uomo d’oggi, piaghe “che vanno ascoltate per essere riconosciute”.

Ma è più tardi, prendendo la parola nella Sala della Spoliazione del Vescovado (lì dove Francesco abbandonò i beni terreni), che il Papa ha assestato colpi al “pericolo gravissimo che minaccia ogni persona nella Chiesa: il pericolo della mondanità”.

 

Fatti e fantasie

Francesco ha prima di tutto simpaticamente polemizzato con i media, colpevoli di avergli messo in bocca virgolettati poi risultati smentiti dai fatti. E il Papa lo dice: “In questi giorni, sui giornali, si facevano fantasie. Il Papa andrà a spogliare la Chiesa. Di che cosa spoglierà la Chiesa? Spoglierà gli abiti dei vescovi, dei cardinali, spoglierà se stesso”. Niente di tutto questo: tranquilli i tradizionalisti, dunque. I porporati manterranno il titolo di Eminenza e l’abito corale purpureo.

 

Mondanità spogliata

Ciò di cui dovrà spogliarsi la chiesa è appunto la mondanità, che “ci porta alla vanità, alla prepotenza, all’orgoglio. E questo è un idolo, non è Dio. E’ un idolo! E l’idolatria è il peccato più forte!”. E’ ridicolo, ha aggiunto Francesco, che “un cristiano, un cristiano vero, che un prete, una suora, un vescovo, un cardinale, un Papa, vogliano andare sulla strada di questa mondanità, che è un atteggiamento omicida”. Durissimo, su questo punto: “La mondanità spirituale uccide, uccide l’anima, uccide le persone, uccide la chiesa”.

“La pace francescana non è un sentimento sdolcinato”
Nell’omelia della messa celebrata in piazza, Francesco ha chiarito – anche qui con toni espliciti e quasi perentori – che spesso il santo di Assisi viene presentato come un modello stereotipato che non corrisponde in nulla a ciò che era realmente: “La pace francescana – ha detto Bergoglio – non è un sentimento sdolcinato. Per favore, questo per san Francesco non esiste! E non è neppure una specie di armonia panteistica con le energie del cosmo. Anche questo non è francescano, ma è un’idea che alcuni hanno costruito. La pace di san Francesco è quella di Cristo” . Il Papa gesuita ripropone ancora una volta la prospettiva cristocentrica: “La pace di Cristo la trova chi prende su di sé il giogo, cioè il suo comandamento. E questo giogo non si può portare con arroganza, con presunzione, con superbia, ma solo con mitezza e umiltà di cuore”.

Il matrimonio è solo tra uomo e donna
L’ultimo appuntamento della giornata è stato l’incontro con i giovani. Francesco ha parlato di matrimonio, famiglia, vocazione, celibato e verginità. Il matrimonio “è una vera e propria vocazione. Due cristiani che si sposano hanno riconosciuto nella loro storia d’amore la chiamata del Signore, la vocazione a formare di due, maschio e femmina, una sola carne, una sola vita”. Chiarissimo, dunque. Tocca uno di quei principi negoziabili che non rappresentano la priorità della sua agenda pastorale, ma che – come ha detto nell’intervista concessa alla Civiltà Cattolica – vanno affrontati in un determinato “contesto”.

Oggi l’occasione era propria e Francesco ne ha parlato. La società di oggi, “privilegia i diritti individuali piuttosto che la famiglia, le relazioni che durano finché non sorgono difficoltà e per questo a volte si parla di rapporto di coppia, di famiglia e di matrimonio in modo superficiale ed equivoco”, ha aggiunto, invitando “a non avere paura di fare passi definitivi nella vita, come il matrimonio”. A dominare, invece, è sempre più la cultura del provvisorio che rende tutto temporaneo e modificabile, come “quel seminarista che mi disse di voler fare il prete per dieci anni”.

San Francesco spiegato da Papa Francesco

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