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Sette mesi dopo la storica rinuncia al Soglio di Pietro, Benedetto XVI torna a celebrare messa pubblicamente. Lo ha fatto ieri, nella cappella del Governatorato della Città del Vaticano, davanti al “Ratzinger Schulerkreis”, il circolo che riunisce i suoi ex studenti. Con lui, celebravano tra gli altri due cardinali: Christoph Schonborn, arcivescovo di Vienna, e Kurt Koch, presidente del Pontificio consiglio per l’Unità dei cristiani. E il Papa emerito ha pronunciato in tedesco un’omelia che Radio Vaticana ha pubblicato sul proprio sito nel pomeriggio domenicale. Appena sotto le parole del Pontefice regnante sul conflitto in Siria. La certificazione che in Vaticano ci sono davvero due Papi, e che Benedetto XVI è molto meno “nascosto al mondo” di quanto si potesse pensare.

Tutti erano convinti che l’ultima immagine pubblica di Joseph Ratzinger sarebbe stata quella del 28 febbraio scorso, quando, nel tardo pomeriggio, si affacciò dal balcone del palazzo apostolico di Castel Gandolfo per un ultimo saluto alla folla lì presente. Il teologo tedesco ha sì scelto una vita di preghiera, studio e meditazione, ma nel suo ritiro immerso nei Giardini vaticani riceve ospiti, laici, prelati e vecchi amici. E spesso (molto più di quanto si potrebbe pensare) va a trovarlo anche Francesco, il suo successore.

I dubbi e le perplessità

Qualcuno storce il naso e guarda con diffidenza una coabitazione che sa tanto di dualità. Dubbi li ha espressi oggi sulla Stampa anche Vittorio Messori, fin dal principio perplesso sulla scelta di Ratzinger di rimanere “nel posto meno nascosto e più visibile al mondo”. Secondo lo scrittore cattolico, infatti, “c’è il rischio di creare confusione tra i fedeli abituati da sempre ad avere e ad ascoltare un Papa per volta: un corto circuito comunicativo che renda difficile attribuire una cosa al Papa regnante rispetto a quello emerito”. Tuttavia, nessuna volontà di esprimere giudizi sulla decisione di Benedetto XVI: “Siamo un presenza di una sorta di enigma religioso che noi fedeli non possiamo che accettare. Ratzinger ha rivelato di avere preso la decisione di rinunciare al pontificato per una sorta di mozione divina”.

“Benedetto XVI è come un nonno saggio”

Eppure il primo a non preoccuparsi della presenza del predecessore tra le mura leonine, è proprio Francesco. Anzi, come più volte da lui detto, Ratzinger è un punto di riferimento. “E’ come avere il nonno saggio a casa”, affermava durante la conferenza stampa improvvisata a bordo dell’aereo che lo riportava a Roma da Rio dopo la settimana dedicata ai giovani. Bergoglio ha addirittura detto di avere più volte chiesto a Benedetto XVI  “a stare con noi”. Ma fedele alla linea di riservatezza scelta, il Papa emerito ha sempre preferito declinare gli inviti. Anche per non alimentare quei dubbi sulla dualità. Una volta, però, i due sono apparsi l’uno al fianco dell’altro per una cerimonia pubblica. Era l’inizio di luglio, e i due papi vestiti di bianco prendevano parte alla consacrazione della Città del Vaticano a San Michele Arcangelo. Insieme, senza imbarazzi. Come nessun imbarazzo era stato mostrato da Francesco, appena qualche settimana dopo l’elezione, nel salutare e abbracciare in favore di telecamera il predecessore. Era marzo, e i due si ritrovarono a Castel Gandolfo. Seduti vicini in cappella a pregare o in poltrona separati solo dall’enorme scatolone con tutti i misteri di Vatileaks.

Papa Francesco aggiunge un posto in Vaticano per Ratzinger

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