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Con la celebrazione dei primi matrimoni gay la Nuova Zelanda diviene il 14esimo Paese al mondo ed il primo nella regione dell’Asia-Pacifico ad autorizzare le nozze omosessuali.

I primi 30 sì

Le prime cerimonie sono state trasmesse in diretta via radio fin dall’apertura degli uffici alle 8.30 del mattino mentre la compagnia di bandiera Air New Zealand ha allestito un matrimonio in volo. A pronunciare il fatidico sì ad alta quota sono state Ally Wanikau e Lyley insieme da quasi 15 anni: “Io credo che per la Nuova Zelanda sia un giorno molto importante, per i nostri figli, per le generazioni future – hanno commentato -. Quello che accade oggi ha un valore simbolico molto forte per migliaia di persone, non solo per noi o per quelli che si sposano oggi”. Al matrimonio, uno dei 30 che si sono svolti nel primo giorno, fra gli ospiti c’era anche l’attore americano Jesse Tyler Ferguson, fra i protagonisti della serie tv “Modern family”.

Le polemiche

In Nuova Zelanda le polemiche contro i matrimoni omosessuali non sono mancate, soprattutto da parte delle autorità religiose cristiane, ma non sono state raggiunte le tensioni toccate in altri Paesi. Mentre in Francia la legge è stata accolta da intense manifestazioni di protesta, qui invece l’approvazione a larga maggioranza nell’aprile scorso è stata salutata con un gioioso canto d’amore maori, a cui si è unito in coro tutto il Parlamento e con uno spiritoso discorso di un deputato, per di più un conservatore: “Non stiamo dichiarando una guerra nucleare ad un altro Stato, stiamo solo permettendo a due persone che si amano di essere riconosciute. Il sole sorgerà ancora domani, non vi verrà nessuna malattia e il vostro mutuo non aumenterà”.

Baci russi

Intanto le dichiarazioni della campionessa russa di salto con l’asta Yelena Isinbayeva relative alla legge anti-gay di Putin continuano a fare discutere. L’atleta aveva difeso in una conferenza stampa in vista delle olimpiadi invernali di Sochi (2014) la norma promulagata a giugno dal presidente Vladimir Putin, che prevede multe e sino a 15 giorni di carcere per chi compie atti considerati di “propaganda omosessuale” in presenza di minori. E un chiaro messaggio contro la legge anti gay firmata da Putin è racchiuso nel gesto delle atlete Tatyana Firova e Kseniya Ryzhova che ha fatto il giro del mondo. Un doppio bacio tra le due russe minimizzato dalla stampa russa ma che non poteva essere ignorato dai media occidentali soprattutto dopo il polverone sollevato dalle dichiarazioni, poi smentite, della collega connazionale Isinbayeva proprio su quella legge.

Cinque cerchi infuocati?

Quanto accaduto lascia presagire un grande polverone alle prossime Olimpiadi invernali 2014 ospitate dalla Russia a Sochi, sul Mar Nero. Il Comitato olimpico australiano ha lasciato trapelare preoccupazioni per la possibilità che i propri atleti verranno discriminati dalla legge antigay voluta da Putin nonostante nelle squadra olimpica australiana non ci siano gay dichiarati.

 

Baci russi anti-Putin e primi matrimoni gay in Nuova Zelanda

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