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È stato un venerdì di rabbia e sangue quello che ieri è andato in scena al Cairo, con una guerra civile a cui l’Occidente e gli Stati Uniti stanno rispondendo con impotenza. Ieri i Fratelli Musulmani e tutte le forze della “Coalizione anti-golpe” hanno voluto sfidare apertamente lo stato d’emergenza, manifestando uniti in tutti i maggiori centri del paese. Chiedono il ritorno in carica di Mohamed Morsi, primo presidente eletto democraticamente dopo la fine del regime di Mubarak, che è stato deposto un mese fa a seguito dell’intervento dell’esercito.

Mattanza in moschea e in piazza
Dopo il drammatico bagno di sangue seguito allo sgombero forzato dei sit-in islamisti da parte dell’esercito, le forze di sicurezza, come riferiscono testimoni oculari, hanno aperto il fuoco sulla folla anche con l’utilizzo di elicotteri. Il ministero dell’Interno egiziano ha comunicato che sono ieri sono stati arrestati 1004 presunti sostenitori dei Fratelli musulmani, mentre Al Cairo gli arresti sono stati 558.

Revenge
“Gli assassini verranno giustiziati”: è lo slogan urlato dai Fratelli musulmani, guidati da Mohamed el Badie, che ha invitato i confratelli a “resistere, fino alla vittoria”. Ma oltre agli attacchi nelle città più piccole, è al Cairo che si registrano i numeri più inquietanti. Le forze dell’ordine hanno aperto il fuoco contro la folla assiepata in piazza Ramses, nelle immediate vicinanze di un altro luogo simbolo del paese: quella piazza Tahir, che ha segnato la storia della rivoluzione contro Mubarak. Carri armati e blindati spadroneggiano in quel luogo, con i dimostranti che hanno potuto reagire solo con uno sterile lancio di pietre e dando alle fiamme un presidio di polizia.

Gas letali
Il vicepresidente della comunità islamica di Puglia, Sharif Lorenzini, in vacanza ad Alessandria d’Egitto con la sua famiglia, riferisce all’Ansa che “le forze dell’ordine hanno invaso le due piazze anche con gas letali, uccidendo bambini, donne e anziani”. E racconta: “Si vedono immagini di persone che, una volta raggiunte dal gas, subiscono uno stato violento di soffocamento, i più deboli perdono conoscenza e si accasciano a terra. Assistiamo – dice Lorenzini – a una crudeltà mai vista. La gente è inerme”.

Qui Berlino
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha puntato il dito contro un Egitto spaccato: “I problemi dell’Egitto non si possono risolvere in nessun caso con la violenza” ha detto intervistata dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung, evidenziando tutta la sua preoccupazione per la vicenda “in una società profondamente spaccata politicamente”. È nostra convinzione”, aggiunge che “l’Egitto può superare la crisi solo se si trova un modo per attuare un processo politico, aperto a tutte le forze politiche del Paese e che non esclude alcun partito. È questo il messaggio che inviamo con forza”.

Qui Roma
Anche la Farnesina ha messo in guardia i turisti italiani dal partire alla volta dell’Egitto. Molto probabile un vertice straordinario dei ministri degli Esteri la prossima settimana a Bruxelles, anche se tra due giorni è stato (da tempo) già fissato un meeting tra gli ambasciatori dei Paesi membri. Altro fronte di preoccupazione è la comunità cristiana, con oltre 40 chiese in tutto il Paese date alle fiamme.

twitter@FDepalo

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