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Brutti pronostici per la giornata di domani in Egitto. Ieri pomeriggio tre persone sono morte nell’esplosione di un’autobomba che era in fase di preparazione nella città di Arish, nella penisola del Sinai. Una delle tante bombe che si teme saranno usate nelle manifestazioni di domani.

In Egitto la violenza sembra essere una costante da quando è stato deposto l’ex presidente Mohamed Morsi. Anche ieri sono morti due soldati in due attacchi armati a posti di blocco dell’esercito. Due giorni fa, invece, nove persone sono morte in uno scontro al Cairo tra sostenitori e oppositori di Morsi. Dal 3 luglio, giorno del colpo di Stato, il bilancio è di più di 100 morti. La tensione non si ferma.

Contro il terrorismo

A scaldare gli animi sono gli stessi leader politici. Ieri, il capo delle Forze armate egiziane, Abdel Fattah Al-Sisi, ha invitato ad una manifestazione in piazza per esprimere il sostegno al nuovo governo. Come risposta, Safwat Hijazi, predicatore islamico dei Fratelli musulmani, ha invitato ad una protesta contro gli atti terroristici delle ultime settimane.

Un venerdì nero, di confronto tra due versioni di uno stesso fatto e due concezioni di uno stesso Paese. “VI chiedo che domani si tengano manifestazioni di massa in modo che sia un venerdì che permetta la distinzione tra verità e falsità”, ha detto Hijaz. Lui, dirigente dei Fratelli musulmani, che da quando è arrivato il nuovo governo ha in pendenza un mandato di cattura.

Dichiarazione di guerra

Secondo il quotidiano egiziano “Al Wafd”, Hijaz ha anche fatto una previsione: domenica prossima Morsi tornerà al potere. Sarà l’annuncio in anteprima di un altro colpo di Stato?

L’invito di Al-Sisi è stato considerato come “una dichiarazione di guerra” dai partiti islamici egiziani. Oltre alle condanne dei gruppi Fratelli musulmani e la Jihad islamica, è stato diffuso anche un comunicato dell’Alleanza nazionale in sostegno al diritto e contro il golpe, un gruppo del quale fanno parte tutti i sostenitori dell’ex presidente Morsi. Nel testo si sostiene che “le minacce di Al-Sisi equivalgono ad una dichiarazione di guerra civile che preannuncia nuove stragi sotto la copertura del sostegno popolare”.

E aggiunge: “questo non terrorizzerà il popolo egiziano e non farà altro che aumentare la sua determinazione contro i golpisti”. Così, l’Alleanza islamica ha preannunciato una manifestazione popolare per venerdì in sostegno al presidente deposto.

Gli F16 americani sono in ritardo

Proprio a causa di queste tensioni, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha deciso di bloccare la consegna degli aerei F16 all’Egitto per un tempo “indefinito”. L’arrivo di quattro degli aerei da combattimento era previsto per la prossima settimana, ma il Pentagono ha spiegato che data la situazione attuale dell’Egitto non sarà possibile.

“Data la situazione attuale in Egitto non crediamo sia opportuno andare avanti in questo momento con la consegna degli F16 “, ha detto alla Bbc il portavoce del Pentagono, George Little. Ha anche aggiunto che dopo il colpo di stato contro Morsi, gli Stati Uniti stanno studiando la revoca degli aiuti. Ma ha ribadito che il rapporto in materia di difesa tra Stati Uniti e l’Egitto “rimane un fondamento della nostra partnership strategica più ampia e serve come pilastro della stabilità regionale”. Intanto però preferiscono vedere cosa succederà nelle piazze egiziane questo fine settimana.

Egitto, il possibile ritorno di Morsi che scatena Al-Sisi

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