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Sto leggendo il libro “Il sogno che uccise mio padre” di Luca Tarantelli, con prefazione di Carlo Azeglio Ciampi.
Ho conosciuto Luca sui banchi della facoltà di scienze politiche nei primi anni novanta. L’ho ritrovato recentemente in un convegno a Roma. E mi ha messo al corrente del lavoro, che stava ultimando, dedicato a suo padre. Di Ezio Tarantelli se ne ricorda più la sua tragica fine che non il signorile operato della sua vita con la sua straordinaria personalità umana ed intellettuale. Forse perché egli non è mai stato (per scelta) un “volto  televisivo” ma ha condotto la sua “silenziosa” attività con minuziosa dedizione. Dedizione da vero riformista, degno di questo nome, per i suoi interventi significativi e strutturali seppur nel breve passaggio in questa terra. Il libro  punta proprio su questo. Luca ci fa conoscere suo padre con angolature sconosciute che ci consentono di capirne l’intima azione con la quale si è speso per cambiare questo Paese ancora pieno di squilibri sociali. Anche per il mancato ascolto delle sue idee, fermate con bruta violenza, ma oggi più forti che mai.
Una forma di isolamento che ha prodotto nel tempo decisioni poco lungimiranti che hanno evidentemente bloccato ogni evoluzione sociale. In questo tempo di welfare mortificato, l’insegnamento di Ezio Tarantelli è quantomai attuale perché il suo sogno di una società davvero egualitaria si è infranto più con l’indifferenza che con la sua morte. La solitudine dei riformisti è quella che la storia ha riconosciuto come una solitudine indotta, una riduzione al silenzio per cui il vero progressismo doveva essere comunque circoscritto o fermato. Prova evidente è l’azione degli allievi che nel tempo hanno riconosciuto nella “direzione” dei maestri la giusta strada da percorrere per il concreto abbattimento delle barriere sociali che creano, oggi più che mai,  un evidente dislivello tra i cittadini.

Il libro è davvero avvincente. Sembra la sceneggiatura di un film con scene che vanno oltre il semplice racconto. Bella la serie di personaggi che si alternano nella  casa e tutte le angolature biografiche. Prima di tutto l’uomo Ezio Tarantelli, ancora una speranza per il nostro futuro.

Storia di Ezio Tarantelli che voleva lavoro per tutti

Sto leggendo il libro "Il sogno che uccise mio padre" di Luca Tarantelli, con prefazione di Carlo Azeglio Ciampi. Ho conosciuto Luca sui banchi della facoltà di scienze politiche nei primi anni novanta. L'ho ritrovato recentemente in un convegno a Roma. E mi ha messo al corrente del lavoro, che stava ultimando, dedicato a suo padre. Di Ezio Tarantelli se…

Privato: se Bertoluzzo fa carriera perché Vodafone dovrebbe diventare più italiana?

"Uno fa carriera e 700 perdono il posto ma Vodafone è sempre piu' italiana" Abbiamo ritagliato questo articolo apparso su Il Corriere della Sera di oggi. E' in buona compagnia perché anche altri giornali, a cominciare da La Stampa (Il gruppo Vodafone parla sempre più italiano) hanno titolato così, sorprendendoci non poco. Vodafone ben lungi dall'essere italiana. Wikipedia la definisce correttamente come…

Tunisia, ecco perché continua a divampare la rivolta

Non c’è pace in Tunisia, protagonista di eventi agli antipodi e dal peso specifico assolutamente differente. Dopo l’omicidio lo scorso 25 luglio del deputato dell'opposizione Mohamed Brahmi, che ha peggiorato la crisi politica, oggi da un lato spicca la notizia della liberazione della 19enne Amina "Tyler" Sboui (nella foto), soprannominata la “Femen tunisina”, agli arresti dallo scorso maggio. Dall’altro la ripresa…

Così hanno vinto i giustizialisti alla Travaglio

Con la sentenza di condanna inflitta a Silvio Berlusconi “hanno vinto i giustizialisti alla Travaglio”, certifica il comunicatore Claudio Velardi, già spin doctor di Massimo D’Alema a Palazzo Chigi ed animatore del blog thefrontpage, ma “non dimentichiamo che Berlusconi politicamente è finito ormai da tempo, e se è ancora in campo lo deve ad una sinistra così mal messa”. E…

Berlusconi e la giornata più lunga della Repubblica

Ieri si è celebrata quella che possiamo definire la più lunga giornata della Repubblica. La Corte di Cassazione, chiamata a decidere sulla correttezza del lungo processo a Silvio Berlusconi, di fatto ha dovuto decidere non solo sui delicatissimi e contraddittori rapporti tra politica e magistratura, ma anche sulle sorti del governo in carica, retto dalle larghe intese, e sul futuro…

Sentenza Mediaset, Mentana e Vespa in pista, Fede il grande assente

Se qualcuno ricordava il sogno di una notte di mezza estate, beh, questa volta, c’è da ricredersi sulle dolci fattezze oniriche di Agosto. Infatti, la tanto agognata Sentenza Mediaset della Cassazione ha calcato l’occasione per  la frenetica mobilitazione di tutte le testate giornalistiche televisive- e di folle di curiosi passanti-, sotto il sole che picchiava l’arroventato Palazzaccio. A sottolineare la…

Bravo Grillo, ma te ne accorgi solo ora?

"Berlusconi è morto". Con l'eleganza e la misura che sempre lo contraddistinguono, Beppe Grillo mostra di aver preso bene la condanna di Berlusconi, valutata come un avvenimento di portata storica, "come la caduta del Muro di Berlino nel 1989". È per evitare che qualcuno pensasse a un'esagerazione, ha spiegato che "L'evasore conclamato, l'amico dei mafiosi, il piduista tessera 1816 ha…

Così la sentenza Berlusconi incide (poco) sul voto

Cambia tutto… per non cambiare niente. Di fronte alla prima condanna definitiva di Silvio Berlusconi, la maggioranza degli italiani, il 53,7%, è convinta che la vicenda inciderà sulle intenzioni di voto ma solo il 7% lo esprime, orientandosi soprattutto verso l’astensione. Lo attesta l’edizione straordinaria dell’Osservatorio politico realizzato da Lorien Consulting per Formiche.net e per Italia Oggi in occasione della…

Egitto: manifestanti pro Morsi non lasciano la piazza

Dopo un mese di proteste al Cairo, i manifestanti che sostengono l'ex presidente Morsi si rifiutano di lasciare le piazze, in particolare Rabbaa el Aadwya, ormai un simbolo per i dimostranti islamici, e di interrompere i cortei in favore dei Fratelli musulmani. A nulla è servito l'appello del governo, ora nelle mani dell'esercito che ha deposto Morsi, che ha chiesto…

L'Italia di oggi non è (assolutamente) un bel vedere

Il governo Letta nasce di fatto da un "inciucio" politico tra centro-sinistra e centro-destra, due mondi anzi due parallele che in altri Paesi si incontrerebbero per il bene del Paese e che in questo caso si sono incontrate solo per evitare che l'oltre 25% di Beppe Grillo e del suo M5S potesse, prima o poi, trovare una "soluzione politica" per…

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