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Dopo una riunione fiume di oltre quattro ore, Andrea Olivero non è più il coordinatore nazionale di Scelta civica. Ieri sera, a notte fonda, la direzione del partito ha approvato la decisione che la guida del movimento passi ora collegialmente al comitato di presidenza, del quale per altro Olivero fa parte. È lo stesso ex presidente delle Acli a dare la notizia con un cinguettio: “Assemblea fiume di @scelta_civica Più collegialità e avvio di un percorso per definire un’autonoma cultura politica verso il Congresso”.

Il gruppo di lavoro

Un comunicato spiega poi il perché di questa scelta. “Per prevenire possibili tendenze centrifughe”, il movimento ha pensato all’individuazione di un gruppo di lavoro che avrà il compito di “elaborare una visione di cultura politica in cui possano coerentemente iscriversi l’Agenda Monti in una grande opera di creazione del consenso affinché in Italia si affermi quell’economia sociale di mercato altamente competitiva che rappresenta l’obiettivo dell’intera Europa”.

Coordinatore di questo gruppo sarà appunto Olivero e saranno invitati a farne parte i senatori Stefania Giannini e Lucio Romano e i deputati Mario Marazziti e Andrea Romano.

Le indiscrezioni

Al di là della solita pacatezza ufficiale, le indiscrezioni raccontano che la resa dei conti di ieri sera sia stata molto tesa. Un Mario Monti estenuato dal procedere incerto del suo movimento avrebbe presentato addirittura le dimissioni, ma sarebbe poi stato”costretto” a ritirarle dalle preghiere dei suoi compagni di partito.
L’ira dell’ex premier era dovuta anche alla partecipazione venerdì scorso di Olivero e Lorenzo Dellai a un convegno promosso dall’Udc sul popolarismo europeo. I quotidiani raccontano poi che tra l’esponente di spicco dei cattolici e il partito di Pier Ferdinando Casini i contatti siano diventati sempre più stretti e si prefiguri per Olivero una candidatura alla presidenza della Regione Piemonte.

Gli scogli da superare

Solo voci per ora, che nascondono la confusione che regna nel movimento montiano sulla sua collocazione nell’orizzonte europeo. Come ha analizzato il fondatore di Formiche, Paolo Messa, su Formiche.net, la sua naturale affiliazione politica sarebbe stata il Ppe. “Siccome però in Italia nulla è come dovrebbe e riusciamo a complicare anche gli affari più semplici”, Sc appare invece spaccata. Da una parte, l’ala cattolica del movimento vorrebbe allinearsi all’Udc e all’orizzonte del popolarismo europeo. Dall’altra, l’ala più laica e montezemoliana punta invece all’area dei liberali democratici.

Altro nodo da sciogliere è poi quello del rapporto con gli alleati dell’Udc. Separazione consensuale come si prospetta dagli ultimi dissapori o partito unico come da progetto iniziale?

I prossimi appuntamenti

Tutti scogli su cui cercherà di fare chiarezza il gruppo di lavoro disegnato ieri che inizierà a lavorare nei prossimi giorni e sottoporrà le sue prima conclusioni ad un seminario a settembre, con la partecipazione di tutti gli aderenti e di personalità esterne. Sarà invece compito del futuro Congresso quello di rinominare tutte le cariche del Movimento.
I giochi sono aperti.

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