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Chissà se Beppe Grillo, nel suo incontro faccia a faccia con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, avrà il coraggio di ripetergli le parole di fuoco che gli ha riservato spesso dalle colonne del suo blog.

Sono state tante le occasioni in cui il comico genovese ha attaccato senza troppi giri di parole il capo dello Stato – l’ultima pochi giorni fa, chiedendogli e poi disertando un incontro rimandato alla giornata di oggi – spesso con epiteti spesso virulenti e volgari ai quali il Quirinale ha sempre risposto con garbo e misura, nonché con l’aplomb tipico e doveroso del suo ruolo istituzionale.

LE ACCUSE DI GRILLO
Con un post intitolato “Il 25 Aprile è morto”, Beppe Grillo si scagliò contro l’intera classe politica, compreso Giorgio Napolitano.
Parafrasando una canzone di Francesco Guccini, “Dio è morto”, il comico genovese citò personaggi ed episodi che a suo dire renderebbero ormai inutile festeggiare il giorno della Liberazione.
Evitiamo di parlarne – scrisse il leader del Movimento 5 stelle – di celebrarlo, restiamo in silenzio con il rispetto dovuto ai defunti. Se i partigiani tornassero tra noi si metterebbero a piangere”.

LA POLEMICA SULLE DENUNCE
Poche settimane fa Grillo lanciò i suoi strali contro Napolitano per un episodio riguardante 22 commentatori indagati dalla procura di Nocera inferiore per “offesa all’onore e al prestigio del Presidente della Repubblica”.
Il comico fece leva sul diritto alla libera espressione, stigmatizzando le denunce a liberi cittadini a suo dire arrivate dal Quirinale. Un atteggiamento “censorio” che Grillo paragonava a quello della Cina.
Accuse alle quali il presidente della Repubblica replicò spiegando come già anni fa si espresse a favore dell’abrogazione del reato di vilipendio nei confronti del capo dello Stato.

LA BARUFFA PER I SAGGI
Grillo e i grillini (in primis il giurista a 5 Stelle, Paolo Becchi) hanno anche spesso irriso alcune mosse politiche del presidente Napolitano, come la scelta di nominare un gruppo di saggi per la formazione di un governo.
Il Paese – affondò il comico genovese – non ha bisogno di fantomatici negoziatori o facilitatori del calibro di Violante, il gran maestro dell’inciucio, tanto per citarne uno, che operano come gruppi di saggi, non ha bisogno di ‘badanti della democrazia’, ma di far funzionare meglio il Parlamento e alla svelta”.

LE CRITICHE PER LA RIELEZIONE
E gli attriti tra Grillo e Napolitano sono proseguiti fino alla rielezione del presidente. Il comico genovese commentò la conferma del capo dello Stato come “la morte della Repubblica” italiana. Una elezione che il comico definì “un golpettino furbo”.

Tutte le baruffe di Grillo con Napolitano

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