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Il mercato immobiliare in Europa mostra un andamento molto differenziato: mentre in Spagna, Paesi Bassi e Italia la fase di caduta dei prezzi continua ormai da alcuni anni, nel Regno Unito e in Germania si registrano aumenti consistenti. I due paesi vengono però da storie completamente diverse: il Regno Unito tra il 1997 e il 2007 ha sperimentato uno degli aumenti più alti al mondo, e nonostante le quotazioni abbiano poi cominciato a scendere le statistiche indicano ancora una forte sopravalutazione (20% circa). In Germania i prezzi dopo dieci anni di flessione dal 2008 hanno cominciato a salire e da allora hanno registrato una crescita del 20,5%, ma il mercato risulta ancora sottovalutato.

Mercato immobiliare statunitense

Più netta è la situazione negli USA dove gli indicatori puntano tutti verso una ripresa consistente del settore immobiliare. A luglio le vendite di case nuove sono cresciute del 3,6% mentre nella vendita di case esistenti continua a diminuire la quota di quelle pignorate. Sono però soprattutto i prezzi a inviare segnali positivi: a giugno il prezzo riferito alle principali città del paese è salito del 12,1% a/a, uno degli aumenti maggiori da marzo 2006. In tal modo, nel paese si è in gran parte recuperata la flessione degli anni di crisi.

I paesi emergenti

La situazione in molti paesi emergenti desta preoccupazioni che si sommano a quelle derivanti dalla fase di rallentamento economico in corso: in Cina il prezzo delle abitazioni ha ricominciato a crescere in modo sostenuto, ad agosto i prezzi sono cresciuti in media del 8,3% a/a, un valore che insieme a quello dei tre mesi precedenti si colloca ben al di sopra della media dell’ultimo biennio. Timori sulla presenza di una bolla immobiliare hanno di recente riguardato anche il Brasile (dove i prezzi si sono duplicati in cinque anni) e la Turchia, dove i prezzi delle abitazioni da inizio 2010 sono aumentati sempre a due cifre.

Uno sguardo alla penisola

In Italia il mercato immobiliare continua ad attraversare una fase difficile. Nel I trimestre di quest’anno i prezzi sono scesi dell’1,2% t/t e del 5,7% a/a; ma è la flessione delle compravendite a destare maggiore preoccupazione: dopo il picco di 877mila unità registrato nel 2006 il mercato ha intrapreso un sentiero di ripida discesa che ha visto nel 2012 l’anno peggiore. Lo scorso anno il numero complessivo di compravendite è infatti arrivato a 448mila unità, un valore così basso non si registrava dal 1985. L’andamento non sembra essere migliorato nei mesi più recenti: tra gennaio e marzo le compravendite sono scese del 14,2% a/a e del 20% t/t. La flessione dell’immobiliare peggiora la condizione del settore delle costruzioni, uno dei più penalizzati dall’avvio della scorsa recessione.

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