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Wow! Solo fino a pochi giorni (ore) fa, su molti quotidiani e sul Corriere in primis, la conclusione delle indagini sulle presunte irregolarità del management di Mps per l’acquisizione di Antonveneta aveva scatenato la pubblicazione di verbali dei vari indagati o testimoni.

Un profluvio di indiscrezioni, ricostruzioni e accuse. Naturalmente, si è trattato di diffusione di veleni allo stato puro avendo la magistratura accertato che i fatti raccontati non davano luogo a fattispecie di reato. Eppure, questo non è stato sufficiente a bloccare la scrittura di articoli che davano idea di una sorta di spectre politica alla guida dell’istituto di Siena.

Su questo sito abbiamo ironizzato, non ce ne vorranno a via Solferino, per un articolo della Sarzanini dal quale si intuiva che era tutta colpa – come al solito – di Massimo D’Alema.

Ieri le agenzie di stampa hanno battuto la notizia che l’ex dg di Mps, nel dare conto dei suoi appuntamenti in Bankitalia, abbia parlato del suo incontro con l’allora governatore, Mario Draghi, che dette il suo assenso all’operazione. Questa circostanza fa notizia solo perchè viene evidenziata. In realtà nulla di più normale e banale. Mai una banca si lancerebbe in una acquisizione, anche meno importante, senza comunicare con Palazzo Koch e senza ottenere un disco verde. Salvo non venga rilevato un comportamento illegale (come è stato fatto nei confronti dell’ex governatore cattolico Antonio Fazio), questo non comporta responsabilità specifiche per i vertici di via Nazionale. Tanto più che i pm di Siena le hanno escluse.

L’attesa questa mattina era tutta per leggere sul Corriere se ci sarebbe stato il pezzo ricco di dettagli piccanti a firma dell’apprezzatissima Sarzanini. Il metodo D’Alema però si applica solo agli esponenti politici. Su Draghi no. Danilo Taino, un giornalista altrettanto serio e apprezzato (si occupa di economia e non di giudiziaria), ha firmato un editoriale sottoscrivibile dalla prima all’ultima parola spiegando quanto scorretto sarebbe tirare in ballo impropriamente l’attuale numero uno della Bce. Bene, bravo ma anche bis, se possibile.

Piuttosto che uno sgradevole e contraddittorio uso dei classici due pesi e due misure, il Corriere della Sera potrebbe ribaltare l’apparente schema del “forte con i deboli e debole con i forti” ed essere la voce severissima della borghesia italiana che chiede a tutta la classe dirigente comportamenti più corretti ma senza dimenticare i principi del garantismo piû minimale e rigoroso. Esattamente nelle forme e nei modi utilizzati quest’oggi da Taino per super Mario (Draghi).

Mps, i due pesi e le due misure del Corriere per Draghi

Wow! Solo fino a pochi giorni (ore) fa, su molti quotidiani e sul Corriere in primis, la conclusione delle indagini sulle presunte irregolarità del management di Mps per l'acquisizione di Antonveneta aveva scatenato la pubblicazione di verbali dei vari indagati o testimoni. Un profluvio di indiscrezioni, ricostruzioni e accuse. Naturalmente, si è trattato di diffusione di veleni allo stato puro…

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