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Bruno Trentin, il comandante della Brigata Rosselli che partecipò alla Liberazione di Milano accanto ai capi di ‘Giustizia e Libertà’, Ferruccio Parri, Leo Valiani, Vittorio Foa e Riccardo Lombardi, ne fu un inascolato profeta: Il Pd ‘fusione a freddo’ tra ex-Ds e Margherita non gli piaceva affatto, meglio una ‘federazione’ tra partiti provenienti da culture e storie diverse. “Vorrei poter morire socialista’, disse nell’ultima intervista all’Unita’ del 2006 e rivolto a Ciriaco De Mita gli spiego’: “comprendera’ le intenzioni di persone come me di partecipare a questo processo unitario e nello stesso tempo di morire socialista”.

Piu’ severo il giudizio sul Sindaco di Torino, Sergio Chiamparino oggi alla corte di Matteo Renzi: “[…] si dichiara il sindaco di tutti e conseguentemente un uomo di centro […] credo che non debba dimenticare che e’ stato eletto sulla base di un programma anche nazionale che sa distinguere tra operai e banchieri, fra salario, profitto e rendita”. Riformista incallito, in “La liberta’ prima di tutto” individuo’ nel ‘trasformismo’ il ‘male oscuro’ della sinistra incapace di un progetto, di un’idea di cambiamento: “[…] la cultura trasformistica che circola anche fra le varie componenti della sinistra e che si arrovella sulle formule, alla ricerca di un ‘apriti Sesamo’ che schiuda loro la strada dell’accesso nel club delle classi dirigenti viene così distratta da una riflessione laica sulle autentiche trasformazioni della società e sul loro essere sempre aperte a esiti diversi, per subire l’influenza delle mode culturali delle classi dominanti senza riflettere criticamente sui loro agganci effettivi con le realtà della società civile”. Accadeva solo sette anni fa, non un secolo fa!

Quella andata in onda in via della Conciliazione, piu’ che un’Assemblea Nazionale di un partito, di certo ‘non personale’, che discute anche animatamente di progetti e di idee sul Paese avendo presente le persone in ‘carne ed ossa’ cui si rivolgono, e’ stata una sorta di ‘regolamento di conti’, alla ‘Todo modo’, il bel romanzo di Leonardo Sciascia interpretato dal grande e magnifico Gian Maria Volonte’. Ossia, la lotta fraticidia tra i potenti democristiani: da una parte Enrico Letta e dall’altra Matteo Renzi! Lotta fraticidia gia’ vista nel 2007 quando il tandem Valter Veltroni-Fausto Bertinotti fucilo’, politicamente, Romano Prodi, presidente del Consiglio del governo di cui facevano parte. La storia si ripete oggi con il tandem Matteo Renzi-Nichi Vendola renzi-vendola

smanioso di togliere la poltrona a Enrico Letta e conquistare il Potere hic et nunc. Veltroni voleva vincere con il Pd a vocazione maggioritaria e renzi sogna allo stesso modo: il Pd deve ambire a governare da solo! Si sa come fini’ il sogno di Veltroni: il 28 aprile 2008 vinse un redivivo Silvio Berlusconi e ‘il rosso’ Bertinotti con la sua corte di ‘duri e puri’, no-global e transgender, spari’ dal Parlamento. Trentin non amo’ mai i populisti di vario genere ne’ i rivoluzionari parolai: nemmeno i sandinisti. La sua cultura come quella di tanti giellisti forse non e’ prevalsa sui ‘vincitori di giornata’ ma essa conserva per intero tutta la sua vitalita’ e attualita’: c’e’ da scommettere che quei riformisti doc che vissero serenamente la loro ‘solitudine’ si terrebbero distanti dalle adunate populiste come quella del 12 ottobre di sessantottoni e sandinisti trasformisti.

Pd: In onda "Todo modo" in via della Conciliazione

Bruno Trentin, il comandante della Brigata Rosselli che partecipò alla Liberazione di Milano accanto ai capi di 'Giustizia e Libertà', Ferruccio Parri, Leo Valiani, Vittorio Foa e Riccardo Lombardi, ne fu un inascolato profeta: Il Pd 'fusione a freddo' tra ex-Ds e Margherita non gli piaceva affatto, meglio una 'federazione' tra partiti provenienti da culture e storie diverse. "Vorrei poter…

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