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L’espulsione via web? È semplicemente una parodia della democrazia: può essere utile per consultazioni e sondaggi ma di certo non può sostituire il rapporto politico, la discussione reale. Se pensiamo di poter risolvere i problemi della crisi della democrazia semplicemente con consultazioni via web e domande imposte, la democrazia cessa di avere qualsiasi significato democratico”.

È il pensiero di Massimo Cacciari, già deputato e sindaco di Venezia, che commenta la vicenda dell’espulsione della senatrice del Movimento 5 Stelle Adele Gambaro votata ieri dai parlamentari a 5 Stelle e in attesa del “giudizio della Rete”.

In una conversazione con Formiche.net il professore e filosofo, parlando dell’implosione del movimento guidato da Grillo, prevede che…

Professore, perché non la convince il voto via web? È una prerogativa del movimento. E in fondo è solo un metodo, dietro uno schermo c’è sempre una persona.
Infatti il grillismo non è altro una delle tante ideologie tardo capitalistiche che circolano per il mondo. Che la democrazia possa ridursi a consultazioni virtuali, senza rapporto, senza discussione personale, senza confronto tra chi formula le domande e a chi risponde è un’aberrazione.

Non è un problema per i militanti del movimento. E nemmeno per i suoi parlamentari a quanto pare. C’è un gruppo di dissidenti che contesta la linea politica, ma non ha intrapreso azioni decise e nemmeno richiesto colloqui con Grillo.
Non c’è discussione perché sarebbe inutile, ma forse perché non si vuole nemmeno tentare. C’è consapevolezza che quello di Grillo non mica è un partito e in fondo nemmeno un movimento.

E allora cos’è?
È un soggetto autoreferenziale centrato sulla persona di Grillo. Non è una democrazia digitale, come vorrebbe far credere, ma una dittatura digitale.

Per essere una dittatura dovrebbe controllare tutto. E allora perché mettere ai voti?
Perché ha già gettato le basi per un controllo dittatoriale, impedendo di selezionare in modo adeguato la propria classe dirigente. La selezione è la parte fondamentale di un processo democratico. Il voto via web non conta nulla, è solo una ratifica. E nessuno apre bocca perché i parlamentari grillini sono totalmente inadeguati al ruolo che rivestono. Ed è del tutto evidente che anche la loro proposta politica è vuota, dal momento che non tocca i temi veri sul tavolo, cioè la costruzione di una democrazia sovranazionale, che è la vera sfida.

In sintesi: zero competenze, zero proposte. E allora perché tanto successo nelle urne?
In una situazione di crisi come quella che viviamo, di democrazia bloccata, di partiti burocratizzati, questi nuovi mezzi tecnologici che sembrano così aperti determinano una forza attrattiva rispetto alla politica tradizionale. E in ogni caso un calo nei consensi si è già registrato e le tensioni ci sono tutte.

E questo ci riconduce al punto di partenza, le epurazioni. Che siano l’inizio della fine?
Credo di sì. Ci sarà un’emorragia continua di parlamentari. Solo i partiti, con il loro immobilismo e le loro cattive prassi, potranno tenere in vita Grillo un po’ più a lungo. In ogni caso il suo progetto è destinato a fallire definitivamente quando con l’avvicinarsi delle elezioni i parlamentari del Movimento 5 Stelle cercheranno nuova collocazione e si faranno assoldare da Tizio o da Caio. Sarà quello il capolavoro di Grillo. Gli volteranno le spalle le stesse creature a cui ha dato vita.

Beppe Grillo, è iniziata la fine dei 5 stelle. Parla Cacciari

“L'espulsione via web? È semplicemente una parodia della democrazia: può essere utile per consultazioni e sondaggi ma di certo non può sostituire il rapporto politico, la discussione reale. Se pensiamo di poter risolvere i problemi della crisi della democrazia semplicemente con consultazioni via web e domande imposte, la democrazia cessa di avere qualsiasi significato democratico”. È il pensiero di Massimo…

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