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Mi chiedono, come portavoce degli Outsider, perché abbiamo aderito come fondatori all’iniziativa della nuova rete Lib, promossa da Pietro Ichino e vari altri “azionisti liberali”, e che senso abbia. La risposta è semplice: non si tratta dell’ennesimo veicolo politico (non se ne può più di funghi politicanti che spuntano ogni settimana), ma di un’operazione editoriale e culturale che mira a federare e “ordinare” (in senso buono) le idee emergenti tra i tanti, troppi gruppi e movimenti di area liberal-democratica presenti oggi in Italia.

Cosa farà rete Lib
Così come Italiaperta sarà uno strumento di lavoro per chi si riconosce nei valori di libertà e competizione meritocratica, fornendo ranking e indicatori tecnici di policy utilissimi per prendere la politica il più seriamente possibile, il portale e l’associazione della rete Lib daranno voce integrata a molteplici movimenti, associazioni, gruppi, fondazioni che fino ad oggi hanno agito (e proposto, e parlato) separatamente, sparsi.
Superare la Seconda Repubblica, entrando in una Terza che sia veramente al passo con i prossimi decenni del duemila, vuol dire avere il coraggio di abbandonare egoismi e narcisismi politici, avere la ragionevolezza di federare – se non i soggetti – almeno gli oggetti delle nostre discussioni e proposte. Il confronto tra anime diverse, voluto dai fondatori della rete Lib, è cruciale per non cadere in massimalismi, estremismi, settarismi, populismi che, purtroppo, hanno segnato anche la storia dei movimenti e dei gruppi di area lib-dem in Italia in questi anni.

Gli Outsider
Attenzione, però: come Outsider siamo portatori di valori fuori dagli schemi (ma “dentrissimo” alla realtà attuale e futura), di issue che guardano alla forza dei giovani italiani nel mondo, alle pari opportunità, alla condizione degli stranieri di seconda generazione in Italia, ai precari in battaglia e alle partite IVA intraprendenti che tengono duro, ogni giorno, sostenendo con la loro creatività e speranza i pilastri della nostra economia quasi bollita; non faremo sconti e ribassi alle proposte che condivideremo con gli altri della rete Lib.

La nostra sfida
La sfida non è parlarci addosso, tra persone che concordano sull’importanza della libera iniziativa, della concorrenza, della chance meritocratica, della società privata che si fa carico di molti pezzi di welfare pubblico. La sfida è abbattere i muri, includere, sparigliare, andare off road, rendere il messaggio chiaro, tondo e comprensibile da milioni di cittadini e non dalle élites chiuse di esperti e professori e industriali. E’ avere in mente un’idea di società nuova: reimmaginare le strade e le reti connettive, i profumi, i palazzi e l’ambiente, i luoghi di lavoro e di svago in cui si muoveranno i nostri figli e nipoti; rivedere le regole professionali e imprenditoriali che faranno di noi delle persone vitali e internazionalizzate in uno stato florido e dinamico; stravolgere da zero i servizi per la conciliazione tra famiglia e lavoro (spesso necessari anche per la conciliazione tra mamma, papà e figli, vista la condizione drammatica in cui ci troviamo ora); dematerializzare la giustizia per ottenere il paradosso di una giustizia più solida, concreta ed efficiente; aprire la società all’immigrazione di qualità, magari istituendo quella che noi chiamiamo la “legione straniera dell’innovazione e della ricerca” con permessi di soggiorno agevolati per imprenditori e studiosi stranieri; introdurre lo ius soli temperato per chi nasce in Italia da genitori stranieri; scandalizzare i ragionieri di vecchia scuola con i contrasti d’interessi per la lotta all’evasione fiscale, prevedendo detrazioni e lotterie degli scontrini privati; mettere in competizione le università, per far eccellere le migliori; rilanciare gli Stati Uniti d’Europa su poche ma importanti competenze; rimediare al buco nero della spesa pubblica, e abbattere grosse fette di debito pubblico con soluzioni d’avanguardia e con l’aiuto del mercato privato. Potrei andare avanti a scrivere per molte pagine, ma lo faremo come Outsider sul portale di rete Lib.

Un passo utile verso un partito ancora inesistente
Non ci illudiamo che la rete Lib si riveli incidentalmente l’embrione di un nuovo grande partito politico che sia alternativo ad un Pd dal Dna sempre più filo-socialista e in grado di fare innamorare i tanti delusi (vorrei dire depressi) dalla politica azzurra nazionale: siamo convinti, questo sì, che possa essere uno dei passi utili, anzi indispensabili per immaginarlo, però, quel nuovo partito ancora inesistente. Un partito che, se mai nascerà, non potrà fare a meno di grandi compagni di viaggio fra le riserve migliori del nostro Paese di oggi e di domani: grandi politici ancora non divenuti tali, giovani o vecchi non cambia, che abbiano lo slancio, le risorse, la voglia di trasformare l’Italia senza perdere per strada gli italiani. La cui grandezza non si misurerà in competenza tecnica professorale, né in portafoglio patrimoniale, né, ancora, in socialità da salotto o in volgari slogan da talk show: solo in apertura democratica e non demagogica, verificabilità delle promesse, sostenibilità del sogno italiano da realizzare.

Luca Bolognini

Che cosa faremo con Rete Lib

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