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La protesta contro il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy si è trasformata in scontri tra manifestanti e Forze dell’ordine, con dodici feriti (sette civili e cinque agenti) e due arresti. Tra canti, palloncini e tanta indignazione, mista a salsicce sventolate come simbolo di corruzione, alcuni manifestanti si sono radunati sotto la sede del Partito Popolare spagnolo a Madrid, e da lì hanno avviato un corteo fino a Hortaleza e Gran Via, per la sorpresa di automobilisti e turisti. Uno dei cortei ha bloccato la centrale Plaza de Cibeles e ha deciso di tornare a Colon, vicino alla sede del partito e proprio in quel frangente le Forze dell’ordine hanno iniziato a caricare.

Il cordone di polizia
La Polizia di Stato ha completamente schermato la zona, lasciando un ampio margine tra il cancello di ingresso al Partito e i manifestanti. In totale, il cordone difensivo era costituito da più di trenta furgoni della polizia e più di cento agenti per evitare qualsiasi approccio al quartier generale “popolare”. Dopo che gli agenti avevano vietato il passaggio in strada per i non residenti, i manifestanti hanno scandito slogan come “ci sono criminali qui di fronte” o “stop al furto e al danneggiamento del marchio Spagna”, “Rajoy e Cospedal, Soto del Real”. Secondo gli organizzatori della protesta era necessario scendere in piazza contro la “corruzione politica delle elites finanziarie e societarie”.

La protesta delle salsicce
I dimostranti hanno utilizzato la metafora del cibo esponendo in bell’evidenza salsicce e salami per dire “basta” alla corruzione in un momento difficilissimo per il Paese, stretto nella morsa dei creditori internazionali e con un sistema bancario non ancora completamente fuori dalle secche della crisi. È in questo scenario di per sé già difficile che è detonato lo scandalo legato a Mariano Rajoy e al Partito Popolare, con il tesoriere che ha ammesso di avere informazioni che potrebbero condizionare la sopravvivenza del governo spagnolo.

La tesi dell’accusa
I pm sostengono che il partito altro non sarebbe che la più grande organizzazione politica in Spagna, capace per due decenni di usare il proprio enorme potere grazie ai finanziamenti illeciti di imprenditori corrotti. Il quotidiano El Mundo pubblica un report completo riguardante la contabilità del PP tra il 1990 e il 2008, con cifre e nomi.

La prossima udienza
Il 25 luglio scorso il Tribunale Nazionale terrà un’udienza chiusa per giudicare il ricorso avanzato dall’ex tesoriere del PP Luis Barcenas contro l’ordine di custodia cautelare emesso contro di lui dal pm Pablo Ruz. La quarta Sezione penale sarà presieduta dal giudice Angela Murillo. Lo scorso 27 giugno l’ex tesoriere del PP ha ammesso in carcere di avere beni all’estero “difficili da controllare”: il sospetto è che esistano somme di denaro depositate in paradisi fiscali come Svizzera, Uruguay e le Bahamas, con il fondato pericolo di distruggere prove o di influenzare i testimoni. Barcenas era stato chiamato dai giudici a fornire spiegazioni circa l’origine della sua fortuna di 47 milioni di euro in Svizzera, dopo aver stabilito che gli affari della sua impresa non corrispondevano a operazioni reali.

twitter@FDepalo

Spagna, contro Rajoy scende in piazza il "movimento delle salsicce"

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