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La crisi di leadership di Pierluigi Bersani, i tentativi non più velati di ritardare il congresso proprio per la paura di Renzi, il nodo dei 101 franchi tiratori che non sarà sciolto tanto facilmente. Cosa accade nelle stanze del Nazareno? La lettura dei fatti democratici dell’ex direttore del Riformista ed editorialista del Corriere della Sera, Antonio Polito, che fa una previsione: “Con Renzi segretario si innescherebbe il countdown per il governo”.

I bersaniani, ha scritto su Twitter, “non vogliono che il Pd abbia un solo padrone: ne preferiscono 101”. È la fotografia del caos democratico?
Mi colpisce il fatto che Bersani sia stato vittima di una chiara crisi di leadership. Ha auspicato una linea politico-parlamentare che per ben due volte è stata respinta. Devo dire che non si erano mai visti quei numeri in occasione dell’elezione di un Presidente della Repubblica.

Adesso, tornato in campo, a cosa punta?
Asserisce che il Pd non abbia bisogno di più leader e di più leadership, altrimenti diventerebbe di un padrone solo. Ma l’origine è l’anarchia, per cui non ci si può preoccupare di una eventuale monarchia. É proprio quello il problema del Pd: non avere una leadership forte. Quindi il fatto che Renzi possa essere il capo assoluto del partito andrebbe visto come un male minore rispetto ad una possibile anarchia alla guida del Pd.

Se occorre, come è evidente, una leadership forte, e se il leader in casa già c’è (Renzi), allora che senso ha ritardarne l’investitura?
Intanto registro questa singolare presenza dei bersaniani nel tentativo di riproporre una linea politica che è uscita nettamente divisa non solo dalla vicenda del Colle ma anche dalle urne. Oggi il Pd, pur essendo al governo con il Pdl, è dato di cinque punti al di sopra dei risultati ottenuti da Bersani. Per cui penso che anche il capo di una corrente dovrebbe avere la credibilità necessaria per poter dire al partito ciò che andrebbe fatto. Ho trovato singolare che Bersani si sia dimesso solo per due mesi, forse è preda della voglia di riguidare il partito.

Tramite organigrammi di fiducia o in prima persona?
Beh, adesso attraverso la corrente ambisce di nuovo a guidare il partito. E immagino con la medesima linea politica che si è già dimostrata sbagliata. Questo è il vero grumo anti Renzi: una sorta di prosecuzione infinita della battaglia per le primarie. Poi c’è un problema più generale, dettato da una parte del partito consapevole del fatto che nel momento in cui Renzi diventerà segretario del Pd, allora inizierà a ticchettare il timer del governo Letta.

La pesa come una convivenza che porterà ad un crash?
Abbastanza impossibile immaginare una lunga coabitazione tra un Pd finalmente con una guida e un candidato premier forte e un esecutivo con in testa un altro esponente del Pd. Non potrebbero durare più di qualche mese. D’altra parte come scadenza ci sono le elezioni europee del 2014, quindi questa è la ragione per cui c’è una fetta del partito che vorrebbe allungare il brodo congressuale, per arrivare al voto solo il prossimo anno.

É stato un errore scegliere Epifani per la reggenza?
No, tutt’altro: è tra quelli più adatti e autorevoli per svolgere un ruolo di garante e super partes. Ma alla fine che altro potrebbe fare un segretario in questa fase?

twitter@FDepalo

Ecco perché con Renzi segretario il governo ha le ore contate. Parla Polito

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