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L’Asia preoccupa. Il Giappone sta per decidere sulla questione più delicata dell’Abenomics, l’aumento dell’Iva. Un tentativo precedente, negli anni Novanta, produsse un esito disastroso e fece abortire una ripresa che era sembrata promettente. Abe sembra orientato a riprovarci.

Secondo Rob Subbaraman di Nomura i problemi dell’Asia sono profondi e strutturali e rischiano, se non li si affronterà correttamente, di fare precipitare la regione in una crisi paragonabile a quella del 1997.
La crisi del 1997, si ricorderà, fu una crisi di bilancia dei pagamenti. Il boom di consumi e investimenti degli anni precedenti era stato in buona parte finanziato dall’estero. Scoppiata la bolla, i capitali esteri in fuga avevano fatto crollare il cambio delle divise asiatiche.

Dal 1998 al 2008 l’Asia tornò ad essere un modello di virtù e di risparmio e il surplus delle partite correnti, che era sceso all’uno per cento del Pil, risalì fino al 7 percento. Nell’inverno 2008-2009, nel momento più buio della Grande Recessione, America ed Europa chiesero all’Asia di attingere a quel tesoretto del 7 percento e di spenderlo aggressivamente in consumi e investimenti.
Così fu, al punto che l’avanzo delle partite correnti asiatico è oggi ridisceso all’1.6 percento del Pil. La turbocrescita dell’Asia ha portato grandi benefici alle esportazioni europee e americane, ma ha creato anche bolle immobiliari e una crescita eccessiva di crediti al consumo. A questo punto una frenata è d’obbligo e se non la si fa adesso si rischia un crash più avanti.

Il ciclo espansivo seguito alla crisi del 2008-2009 è partito in Asia e nei Paesi emergenti prima che nel resto del mondo e lì è stato più vivace e aggressivo. Oggi il ciclo asiatico ed emergente mostra segni di senilità, anche se non è ancora compromesso. Le speranze vengono dall’esperimento giapponese, decisamente poco ortodosso, e dalla Cina, che sta seguendo una strada più classica fatta di credito più selettivo compensato con una politica di liberalizzazioni che si preannuncia promettente.

(sintesi di un commento più ampio che si può leggere qui)

Perché mi preoccupa la crescita senile dell'Asia

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