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È tempo di trasformazioni in Fare per fermare il declino, il movimento liberista nato da un gruppo di economisti e professionisti.
Incarnato fino alle scorse elezioni da Oscar Giannino, il partito turbo liberista è stato sul punto di sciogliersi, ma ha deciso di rilanciare l’iniziativa politica con un congresso che ne sceglierà il nuovo leader.
Uno dei nomi più influenti del movimento è quello dell’avvocato Alessandro De Nicola, uno dei promotori dell’iniziativa, che in una conversazione con Formiche.net racconta caratteristiche e ambizioni del partito che verrà, mentre Michele Boldrin intima a Giannino di non impicciarsi più di Fare.

Avvocato, qual è il futuro di Fare?
E’ quello di ricostruire il tessuto di consensi che aveva raccolto nel paese tra gennaio e febbraio, continuare a fare sentire la propria voce autenticamente riformatrice e pro-mercato e costruire con umiltà una vasta ed influente area liberaldemocratica, in favore di un’economia aperta e libera, con associazioni, segmenti di partiti e singole individualità animati dallo stesso spirito.

Perché si candida?
Non mi candido a niente, nemmeno a delegato; come fondatore contribuisco volentieri a dare una mano sul piano delle idee e supporto come candidato presidente Roberto Italia, eccellente manager e tra i primi firmatari del nostro Manifesto e che negli ultimi mesi si é speso con generosità ed intelligenza per Fare.

Che partito immagina?
Aspiro a una solida democrazia interna fatta di un giusto equilibrio di democrazia rappresentativa e di coinvolgimento degli associati con votazioni dirette in tutte le decisioni rilevanti (ad esempio, statuto, bilancio, programma, classe dirigente), ma con la possibilità di ponderare le proprie decisioni ed evitando la liquidazione della democrazia fatta con la partecipazione in continuo su web. La liquidità di siffatto genere può consegnare qualsiasi associazione a minoranze organizzate, disinformate e al peggio prezzolate.

A quale radicamento territoriale?
Apprezzo molto una struttura decentrata che valorizzi i comitati e le realtà locali con procedure di selezione democratica e che prenda decisioni sul territorio.
Ritengo molto utile un solido codice etico che non diventi la clava da utilizzare pre-faide interne grazie a troppa genericità o con orwelliane intrusioni nella vita privata giudicata da qualche comitato di puri.

Qual è il suo programma?
Approfondimento del nostro programma su temi sia sociali (per esempio, familiari) che istituzionali, tenendo ferma la barra sui temi di meno spese, meno tasse, concorrenza, liberalizzazioni, legalità, privatizzazioni, trasparenza.

A quale area fa riferimento?
Apertura alla vasta area liberaldemocratica. Con un gruppo di amici di varia provenienza come Alberto Saravalle, Ugo Arrigo, Scarpa (tutti e tre di Fare), Pietro Ichino, Irene Tinagli, Benedetto Della Vedova (parlamentari di Scelta civica), Enrico Musso e Nicola Rossi, più esponenti dell’imprenditoria e della finanza come Michele Calzolari e Stefano Parisi, abbiamo costituito un “istituto per il merito” per valutare ed eventualmente criticare pubblicamente sotto l’ottica del rispetto delle regole della concorrenza e del merito la legislazione nazionale e locale. L’area liberaldemocratica si costituisce nei fatti. La mozione congressuale che anche io ho sottoscritto é stata firmata da esponenti sia di Italia Futura che di Costituente Liberale e di Zero+. Appunto.

Quali le priorità?
Riprendere l’iniziativa politica anche attraverso lo strumento del referendum in tema economico. Oggi ne propongo uno sull’Espresso per abolire la legge Fornero. Su questo si può lavorare con i Radicali e molti liberali ora “sparsi”.

Quali sono le differenze con il suo concorrente Michele Boldrin per la guida di Fare?
Con Michele abbiamo fondato Fermare il Declino. Abbiamo differenze non irrilevanti su alcuni temi politici e di valutazione della vita passata e futura del movimento. Però preferisco parlare in positivo, senza polemiche e quindi se vincerà il congresso gli augurerò subito buon lavoro.

In caso di vittoria lavorerà con Italia Futura e alte associazioni liberali e riformatrici?
Sì, le mie risposte precedenti lo dicono. Credo si debba far riferimento in Europa all’Alde, l’Alleanza liberal democratica e in Italia lavorare sodo e presto con chi ci é simile.

Come giudica il governo e il programma del governo Letta?
Come ho scherzato un po’ su Repubblica, abbastanza bene, ma chi paga?

Letta ha un bel programma, ma chi lo pagherà? Parla De Nicola (che vuole fermare il declino di Fare)

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