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Il rivoluzionario barbuto a 5 stelle si palesò all’inizio su In Onda, scovato con tutta probabilità da David Parenzo per la trasmissione su La7 condotta da Luca Telese e Nicola Porro.

Poi arrivarono diluvi di tweet scritti dal filosofo del diritto in cui si teorizzava la sostanziale inutilità di un governo dopo le elezioni: può bastare il Parlamento e una proroga del morente governo Monti, teorizzava il giurista genovese, irridendo Napolitano sulla scelta dei “saggi”. In una delle sue non rare giravolte, il giurista attaccò a muso duro Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, rifiutando che il nome di Romano Prodi comparisse nelle Quirinarie. “Se il nuovo che avanza nel movimento è Prodi – tuonò – allora siamo messi male, molto male. Prodi è intollerabile. Tanto casino su Bersani e poi Prodi?”. Poi minacciò di abbandonare il Movimento 5 Stelle e (ovviamente) non l’ha fatto.

Quindi Paolo Becchi, questo il nome del filosofo-giurista-intellettuale-guru dei pentastellati, non si sa se gioca a stupire oppure dice seriamente le corbellerie che scrive o proferisce, richiestissimo ormai com’è nel ruolo di polemista a misura di talk-show.

Queste le ultime, inusitate parole di Becchi: “Se qualcuno tra qualche mese prende i fucili non lamentiamoci, abbiamo messo un altro banchiere all’economia“, ha detto a “La Zanzara” su Radio 24. “La situazione se non migliora peggiora – ha aggiunto – e non so quanto la gente possa resistere, non so quanto il Movimento possa frenare la violenza della gente, che è nella natura delle cose“.

Non pago, l’intelletual-giurista ha continuato a gettare benzina sul “fuoco”, rispondendo a un tweet del direttore del Tg La7, Enrico Mentana.

Mentre il giornalista scriveva che “Preiti è uno che si è giocato lavoro e famiglia tra biliardo e videopoker. Ha comprato una pistola illegale e pianificato l’azione”, Becchi ha replicato con un dubbioso : “Elementare Watson …. e se non fosse così elementare?“, aggiungendo “Sento puzza di bruciato”, aizzando gli animi e lasciando intendere complotti che è difficile anche solo immaginare.

Buon allievo (o forse maestro?) del comico genovese, il giurista ha attaccato la stampa rivolgendosi al cronista Francesco Bei, che su Twitter ha osato criticarlo – scrivendo che “La repubblica sta proponendo la mia cacciata dalla università bella libertà di pensiero. Vergogna”.

L’instancabile Becchi è poi tornato sull’economia, scrivendo che “Letta che va dalla Merkel è un segnale chiaro. Unica cosa fondamentale – ha proseguito il guru – è l’Europa e la Bce. Siamo governati ancora dalla Merkel con le banche e i banchieri come l’attuale ministro dell’Economia. Se qualcuno tra qualche mese prende i fucili non lamentiamoci, abbiamo messo un altro banchiere all’economia“.
Si possono discutere civilmente le idee sul governo dei banchieri centrali, ma non si possono accettare i toni sovversivi sui fucili da imbracciare.

I parolai terroristici sono, a volte, pericolosi quanto i terroristi silenziosi. O no?

Becchi, il parolaio terroristico a 5 stelle

Il rivoluzionario barbuto a 5 stelle si palesò all'inizio su In Onda, scovato con tutta probabilità da David Parenzo per la trasmissione su La7 condotta da Luca Telese e Nicola Porro. Poi arrivarono diluvi di tweet scritti dal filosofo del diritto in cui si teorizzava la sostanziale inutilità di un governo dopo le elezioni: può bastare il Parlamento e una…

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