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Via libera del consiglio di amministrazione di Alitalia al piano industriale 2013-2016, che prevede un ritorno all’utile a partire dal 2016. E, nel frattempo, nessun contatto da annunciare, né con Air France né con la russa Aeroflot, dopo che il ministro per i Trasporti Maurizio Lupi aveva suggerito all’azienda di ripensare la sua alleanza con il gruppo francese volgendo lo sguardo agli Emergenti. A spuntare, ora, è invece la Cassa Depositi e Prestiti, evocata dal ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato.

Il piano secondo Colaninno

“Con questo piano credo che il turnaround di Alitalia con l’anno prossimo sarà completato”, ha affermato il presidente Roberto Colaninno. La compagnia “perderà soldi anche quest’anno, ma il piano è così chiaro, logico e pragmatico che mi fa dire che non seguirlo è impossibile. E nel seguire questo piano – ha sottolineato – Alitalia completerà il turnaround: l’anno prossimo raggiungerà l’equilibrio dei conti economici e finanziari”.

Il ritorno all’utile nel 2016

Alitalia chiuderà il 2013 ancora in perdita, per arrivare poi l’anno prossimo a un “sostanziale pareggio del margine operativo” e tornare all’utile nel 2016. ll piano di Alitalia prevede che venga completato il prestito soci con i 55 milioni che devono ancora essere versati, ha spiegato l’ad Gabriele Del Torchio, aggiungendo che sarà necessaria ”una liquidità a dicembre 2013 pari a 300 milioni”. ”C’è necessità di incrementare le linee di credito”, ha detto Del Torchio.

Quest’anno, aggiunge Alitalia, l’Ebit industriale sarà positivo nel secondo semestre, un risultato “derivante da un miglioramento della gestione industriale”.

L’incremento passeggeri

Il piano industriale 2013-2016 di Alitalia prevede a fine piano un aumento dei passeggeri da 23 a 26 milioni (+3%) e una crescita delle rotte da 149 a 203 (+36%). Secondo Del Torchio, aggiungendo sono 4 le linee strategiche: ridefinizione del ruolo di Alitalia e di Air One nell’ambito dell’offerta di breve-medio raggio, sviluppo dell’attività intercontinentale, sviluppo di partnership infrastrutturali e maggiore attenzione verso l’intemodalità con i treni, nuove opportunità dallo spin off Millemiglia.

Alitalia infrastruttura strategica

“Partecipare – ha spiegato Colaninno – a questo progetto per risanare una compagnia aerea è stato un compito difficile, e risanare una compagnia come Alitalia è stato un compito doppiamente difficile. L’elemento fondamentale è stato mettere a posto questa azienda, e ora il nostro compito – ha aggiunto – è far capire alle istituzioni, alla politica, ai regolatori che quest’azienda è un’infrastruttura strategica, una delle più grandi e importanti infrastrutture del nostro paese”.

Nessun contatto per cessioni

D’altra parte, “Alitalia non ha cercato nessun partner e non si è mai pensato a una vendita ad Air France”, ha sottolineato Colaninno, secondo cui “i giornali hanno parlato di Aeroflot, hanno parlato di vendita ai francesi: una serie di illazioni giornalistiche che non hanno avuto riscontro nella realtà”. “Noi siamo andati avanti – ha aggiunto Colaninno – nessuno ci è venuto a cercare, noi non siamo andati a cercare nessuno. Abbiamo perseguito come primo obiettivo il risanamento della società”.

Il ruolo di Cdp

Alitalia non respinge l’ipotesi di un ruolo della Cdp per il rilancio della compagnia, idea avanzata dal ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato. “Per la Cdp – ha detto Colaninno – finora non abbiamo parlato con nessuno. Quello che è stato detto da un noto esponente politico ci fa piacere. Se questa è un’opportunità, perché no?”.

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