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Rischiano di passare sotto la tagliola della legge sulla sicurezza nazionale gli oltre 2.000 sudcoreani i cui dati sono tra le informazioni sugli utenti sottrate al sito di propaganda nordcoreano Uriminzonkkiri.Per i cittadini del Sud iscritti al portale il rischio è di essere considerati sovversivi coinvolti in attività anti-sudcoreane.

Il sito con base in Cina è uno dei canali di comunicazione del regime, preferibilmente propaganda contro Washington e Seul, ma diverso dalla stampa ufficiale del Rodong Sinmun o dell’agenzia di Stato Knca.

Hacker, si pensa legati al gruppo Anonymous, sono prima riusciti ad accedere ai dati di migliaia di utenti -password, username, nomi reali, indirizzi email- pubblicati poi online. I loro casi sono ora sotto osservazione. Il rischio è che nell’entrare in contatto con materiale di propaganda nordcoreano gli utenti del Sud abbiano trasgredito alle norme dal sapore mccarthista ancora in vigore ne Paese, tecnicamente in stato di guerra da oltre sessant’anni con il Nord.

La legge, ricorda il sito Nk News, risale agli anni Quaranta del secolo scorso, pensata per criminalizzare le attività anti-governative e i comunisti. Accusati in base a questa legge nel 1975 furono giustiziati anche attivisti per i diritti civili e a democrazia. Secondo l’ultimo rapporto di Amnesty International nell’ultimo anno si è fatto ricorso ricorso sempre più di frequentate a questa legge “ per prendere di mira singole persone e organizzazioni percepitecome contrarie alle politiche attuate dal governo verso la Corea del Nord”.

Una pratica che mette “in uno spazio angusto” la libertà d’espressione nel Paese, secondo la definizione dell’inviato speciale Frank LaRue.

Alla fine del 2011, erano 135 le persone indagate per aver violato la legge sulla sicurezza nazionale, Lo stesso anno furono decine di migliaia ipost cancellati da internet.b ritenuti una minaccia per la sicurezza nazionale. A luglio dello stesso anno furono 244 funzionari e insegnanti incriminati secondo “legge sui pubblici ufficiali statali, nella legge sui partiti politici e nella legge sul finanziamento politico, per aver aderito al Partito democratico dei lavoratori e aver pagato la quota di iscrizione”. Senza contare il caso di Park Jang-geu, nei guai per aver condiviso un twitter in cui c’era scritto “lunga vita a Kim Jong-il”

Nei guai per un log-in. Tra le Coree può succedere

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