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Si è svolto a Il Cairo il Congresso Internazionale Islamico del ministero degli Affari Religiosi dal 9 all’11 settembre scorso, a un secolo dalla pubblicazione del metafisico francese René Guénon, “La crisi del mondo moderno”.

Il ministro degli Affari Religiosi del Governo della Repubblica Araba d’Egitto ha invitato oltre 200 rappresentanti musulmani da tutto il mondo per un confronto tra giuristi, teologi, consiglieri religiosi ed analisti della comunicazione.

Shaykh Ali Jumua (Egitto) e shaykh Ali Abd al-Rahman al-Hashimi (Emirati Arabi Uniti) si sono confrontati con i mufti dall’Australia, Regno di Giordania, India, Kazakhstan, Kenya, Libano, Mauritania, Nigeria in un dibattito multiculturale intra-religioso dedicato a salvaguardare la comunicazione autentica della religione e la dignità degli autorevoli e autorizzati rappresentanti ed educatori evitando lo sfruttamento dell’informatica da parte di predicatori improvvisati che diffondono opinioni errate e generano confusioni sulla comprensione e la pratica della religione.

Tra i rappresentanti dell’Islam dall’Europa, oltre alla Coreis dall’Italia, erano presenti il mufti dell’Albania e dell’Ucraina, gli imam (tutti membri Eulema) dall’Irlanda, Germania e dal Regno Unito.

“La crisi nella trasmissione e nella interpretazione della scienza religiosa provocata anche dal recente abuso dei mezzi e del ritmo eccessivamente istantaneo della comunicazione elettronica ha moltiplicato i falsi maestri e i predicatori “fai da te”, gli individui che esasperano un pragmatismo ideologico oppure una interpretazione superficiale e letterale della dottrina e che inventano sentenze giuridiche prive di fondamento, sapienza e sensibilità. L’intelligenza artificiale, la tecnologia e la comunicazione multimediale accompagnano la mentalità umana ad una accelerata chiusura rispetto ad una visione metafisica e ad una intuizione intellettuale”. Queste le parole dell’imam Yahya Pallavicini, vice presidente della Coreis, in risposta al Cairo al tema proposto dal ministro Muhammad Mukhtar Gumua.

“La grave conseguenza è la perdita di memoria per la grammatica, il linguaggio e gli insegnamenti del sacro che rischiano di non essere più accessibili come richiamo alla elevazione, alla profondità e all’integralità nella conoscenza spirituale e dottrinale.

Non si tratta di lanciare campagne di demonizzazione contro la modernità o contro i suoi strumenti “innovativi” che sembrano facilitare alcuni sforzi di comunicazione ma occorre cercare insieme almeno di maturare una consapevolezza e una formazione che possa ridimensionare il disorientamento delle facoltà cognitive e arginare l’attrazione di potere per “il regno della quantità” che proprio questa “facilitazione” della modernità rischia di imporre attraverso una semplificazione artificiale della natura e dell’orientamento della vita nella società contemporanea.

La scienza della Rivelazione è custodita da interpreti che servono una disciplina interiore ed esteriore di ricerca e conformità tradizionale. Anche gli insegnamenti profetici sono ispirazioni di una intelligenza superiore che uniscono la sostanza del contenuto con la dignità di una catena di ritrasmissione e una narrazione del cuore. Occorre evitare di subire manipolazioni tecniche o tecnologiche che possano separare ed escludere il collegamento sano tra lo Spirito di Verità e la narrazione della Provvidenza. Non possiamo perdere né l’anima né la ragione per un artificio virtuale che pretende spegnere il dono reale della luce dell’intelligenza umana”, ha concluso Pallavicini.

Infine, tra le raccomandazioni e le conclusioni del XXXIV Convegno Internazionale Islamico del Cairo organizzato dal Consiglio superiore per gli affari islamici:

– Utilizzare l’intelligenza artificiale come uno strumento e non come un fine, come un valore aggiunto e non come la sostituzione dell’intelligenza umana;

– Sostenere lo sviluppo intellettuale e morale come argine e correzione rispetto alle derive e all’abuso dell’intelligenza artificiale;

– Rafforzare l’importanza del ruolo della famiglia per accompagnare le nuove generazioni all’uso saggio e proficuo dei social media;

– Aggiornare la funzione e il valore della frequentazione dei luoghi di culto, tramite la creazione di centri culturali e di luoghi di formazione sul Sacro Corano che tengano conto delle esigenze del contesto attuale;

– Collaborare tra istituzioni religiose e culturali sull’utilizzo consapevole dell’intelligenza artificiale per promuovere il messaggio equilibrato di moderazione contro le ideologie estremiste evitando che queste forze possano pretendere di conquistare e strumentalizzare la comunicazione virtuale.

Tra ragione e cibernetica, come salvaguardare la comunicazione religiosa

Comunicazione religiosa tra ragione e cibernetica. Il ministro degli Affari Religiosi del Governo della Repubblica Araba d’Egitto ha invitato oltre 200 rappresentanti musulmani da tutto il mondo per un confronto tra giuristi, teologi, consiglieri religiosi ed analisti della comunicazione. Tra i rappresentanti dell’Islam dall’Europa, oltre alla Coreis dall’Italia, presenti il mufti dell’Albania e dell’Ucraina, gli imam (tutti membri Eulema) dall’Irlanda, Germania e dal Regno Unito

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