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Nell’attuale fase della politica internazionale, sarebbe opportuno usare con grande cautela la tradizionale distinzione tra soft power e hard power nell’analizzare la competizione strategica tra grandi potenze. La capacità di attrarre in modo costante e duraturo i migliori talenti da tutto il mondo rappresenta una delle manifestazioni più significative del soft power, ed è al contempo una condizione cruciale per mantenere la primacy anche nella sfera dell’hard power.

La velocità esponenziale della rivoluzione tecnologica rende infatti imprescindibile attingere alle energie più creative a livello internazionale. Senza questo apporto diventa impossibile affrontare – e tanto meno vincere – le grandi sfide sul piano strategico e militare. La stretta connessione tra dimensione soft e hard del potere globale è spesso trascurata dagli studiosi di relazioni internazionali. Ma ciò che sorprende è che questa consapevolezza manchi anche in una parte rilevante della politica statunitense – in particolare nel Partito Repubblicano. L’attacco ad Harvard ne è solo la punta dell’iceberg.

Le posizioni assunte negli ultimi mesi nei confronti di docenti, ricercatori e studenti stranieri rischiano di andare in contrasto con gli interessi nazionali degli Stati Uniti e dei suoi alleati. Senza un’inversione di rotta, il declino – non solo scientifico – degli Stati Uniti diventerà inevitabile. Scienziati e ricercatori scelgono volentieri di studiare e insegnare in società aperte, dove possano agire e vivere in libertà. Basti pensare alla fuga di cervelli da Hong Kong in seguito alla stretta repressiva imposta nel 2020 da Pechino, in violazione degli accordi con il Regno Unito per la transizione del 1997.

Nelle ultime settimane, alcuni alleati e partner degli Stati Uniti stanno cercando di approfittare della miopia della Casa Bianca per attrarre nelle loro università i migliori studiosi internazionali. In questo contesto, l’Unione europea ha stanziato – su proposta della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen – 500 milioni di euro. Una reazione tattica comprensibile. Ma la questione è più ampia: in vista dell’imminente vertice Nato, l’Italia dovrebbe porre con forza il tema direttamente al presidente Donald Trump e al vicepresidente JD Vance.

Un brusco declino dell’egemonia scientifica americana rischia infatti di rafforzare il totalitarismo cinese e di compromettere il futuro delle democrazie, in Occidente come in Asia e in Africa.

Usa-Cina, quando la scienza è potere. Il commento di Mayer

La competizione tra grandi potenze non può più essere letta con la tradizionale dicotomia tra soft e hard power. L’attrazione dei talenti globali è una leva strategica per gli Usa. Il rischio? Un declino scientifico che potrebbe favorire il modello autoritario cinese. L’Europa reagisce, ma l’Italia dovrebbe porre il tema con urgenza anche in ambito Nato. Il commento di Marco Mayer

La strategia spaziale di Trump può essere un'opportunità per l’Europa. L'opinione di Vittori

È tempo di tornare a investire nello spazio a livello nazionale, ridando ossigeno alle università e agli enti di ricerca, rimasti ai margini dei grandi finanziamenti negli ultimi anni. Proprio per questo, oggi rappresentano realtà più snelle, agili, capaci di innovare, generare visione, attrarre talenti e parlare con la voce del futuro. L’opinione dell’astronauta Roberto Vittori

Il cinema e l’intelligenza artificiale. Hollywood vs Cina?

Il modello “lussuoso” ad alto investimento e con attori noti come protagonisti, rappresentato da Hollywood, potrebbe essere eclissato nell’èra dell’intelligenza artificiale nel cinema. Come imparare dall’intelligenza artificiale e come “fare amicizia” con l’intelligenza artificiale sono questioni su cui vale la pena riflettere al momento. L’analisi di Giancarlo Elia Valori

Phisikk du role - Spegniamo la luce agli haters

La parte lesa non rinunci a perseguire con la querela i colpevoli, noti, camuffati, ignoti che siano, del miserabile gesto di offesa, ma non aiuti l’hater a raggiungere l’obiettivo dell’eclatanza mediatica: lo spenga ignorandolo. Mandare il gesto sui giornali e in tv significa per queste personalità compulsive prendersi un pezzo di luce per un giorno. La rubrica di Pino Pisicchio

Istanbul, tra dimostrazioni di forza e cauti segnali di dialogo. La prospettiva di Caruso

Di Ivan Caruso

A meno di 24 ore dall’operazione “Spiderweb” che ha colpito il cuore della flotta aerea strategica russa, le delegazioni di Mosca e Kyiv si sono confrontate nel palazzo Çırağan di Istanbul per il secondo round di colloqui di pace. Risultati limitati ma concreti su questioni umanitarie, mentre resta aperto l’interrogativo se l’escalation militare possa paradossalmente aprire la strada al dialogo. L’analisi del generale Ivan Caruso, consigliere militare della Sioi

Qualità della vita e città sostenibile, un sogno possibile? Risponde Monti

Una recente ricerca pubblicata dal Sole24Ore sintetizza una classifica che mostra quali città italiane riescano a fornire condizioni più o meno favorevoli per determinate categorie di cittadini. Come valutare però i dati che ci troviamo davanti? Il commento di Stefano Monti

Prontezza operativa e adattamento tattico. Cosa prevede la nuova dottrina strategica britannica

Il Regno Unito accelera sulla difesa, portando gli investimenti al 3% del Pil e pubblicando la nuova dottrina militare. La Strategic defence review 2025 include infatti una nuova concettualizzazione della dimensione bellica, confermando il Nato first approach e sottolineando la necessità di più munizioni, nuovi droni e un incremento del numero di sottomarini Aukus (Australia, Uk, Usa) a disposizione

Così Cina e Pakistan rafforzano la guerra ibrida contro l'India

Di Vas Shenoy

L’India affronta una crescente minaccia ibrida da parte di Pakistan e Cina, che combinano terrorismo, cyberattacchi e disinformazione. La Cina consolida il suo ruolo dominante nella regione anche grazie all’indebolimento russo, rafforzando la sua influenza tecnologica e militare

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