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Un altro appuntamento elettorale per il Venezuela. Per la prima volta in 15 anni, il volto di Hugo Chávez non sarà sulla scheda. Ma il suo ricordo è più che presente. Anzi, decisivo.

Gli ultimi sondaggi di Consultores 30:11 sostengono che un 52,8% voterà per Nicolás Maduro mentre un 38,6% per Capriles. Secondo alcuni analisti, il vantaggio di Maduro è insormontabile ma questa volta il margine di differenza sarà molto poco e questo potrà aprire uno spiraglio di speranza per l’opposizione nelle future elezioni.

Il voto della nostalgia

Dopo la morte del presidente Hugo Chávez lo scorso 5 marzo, i venezuelani devono tornare al voto per scegliere un nuovo capo di Stato. In segno di rispetto verso l’ultima indicazione pubblica di Chávez, il Partito Socialista Unito del Venezuela (Psuv) non ha fatto caso alle fazioni all’interno del partito e ha presentato Nicolás Maduro come candidato. Per l’opposizione, invece, si ripresenta Henrique Capriles Randoski.

L’uccellino blu e lo spirito di Chávez

“Sarò presidente di questo paese perché lui (Chávez, ndr) così ha ordinato”, ha detto Maduro in uno dei suoi comizi. Questa breve campagna elettorale è stata segnata da scontri ma anche dal realismo magico tipico latinoamericano. Secondo Maduro, lo “spirito” di Chávez è sempre stato presente insieme a lui sotto forma di un uccellino blu che, quando appare, gli dice cosa fare e cosa non fare.

Maduro ha scelto la regione di Barinas, dove è nato e cresciuto Chávez, per iniziare la campagna elettorale. Proprio nella casa della famiglia Chávez, circondato dai figli, genitori e fratelli del presidente. La campagna è stata centrata sulla figura del suo amico, capo e compagno di lotta. Come “successore pre-scelto” si vende come la reincarnazione di Chávez il Messia.

Maduro dice

Nei 37 giorni dalla scomparsa fisica del presidente, Maduro ha detto 7057 volte la parola “Chávez”. Il sito Madurodice.com analizza i discorsi a livello quantitativo e qualitativo. Più che per Maduro gli elettori che sceglieranno questa formula voteranno per il ricordo di Chávez. Ha promesso che dopo essere eletto, sceglierà i ministri e percorrerà su un autobus – guidato da lui – il paese per promuovere il “governo della strada”.

La “crociata” di Capriles

Il primo giorno della campagna elettorale, dieci giorni fa, Capriles ha sottolineato lo svantaggio mediatico: “Oggi comincia questa crociata. Sono dieci giorni, figuriamoci. Noi non abbiamo risorse ma abbiamo la speranza del popolo che vuole andare avanti”. Ha detto che anche se non ha a disposizione dei soldi del petrolio, conta sulla volontà del paese.

Lo slogan “Hay un camino” (C’è un cammino) della campagna elettorale precedente è stato sostituito per “Yo soy venezolano” (Io sono venezuelano) in nome della riunificazione del paese, diviso in questi 15 anni dalla lotta sociale.

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