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Tutti aspettavano Scola o Scherer, e invece è uscito Bergoglio.

Il compromesso

Il Conclave partito con una sorta di spareggio tra due candidati ritenuti più forti – il cardinale di Milano e quello di San Paolo del Brasile – ha prodotto un risultato del tutto a sorpresa, frutto di uno sconvolgimento dei fronti in campo e di una soluzione in qualche modo di mediazione e “compromesso”.

L’età

Un Papa, Francesco, non giovanissimo come molti attendevano – ha 76 anni – con un profilo personale di austerità e semplicità, mostrate anche dalla scelta del nome che rimanda al santo di Assisi: un profilo che può mettere d’accordo, almeno momentaneamente, le diverse spinte sul futuro governo della Chiesa e sulle necessita’ del cattolicesimo nel mondo.

Chi ha bloccato la strada a Scola
A bloccare la strada al cardinale di Milano – oltre al fuoco di sbarramento di questi giorni sui suoi rapporti con Comunione e Liberazione – la decisa opposizione degli altri italiani in Conclave. Una forte propaganda anti-Scola è stata messa in campo da parte degli elettori italiani nell’avvicinamento al Conclave.

I voti di partenza di Scola
Scola partiva con un pacchetto iniziale di una quarantina di voti, in gran parte stranieri, che nei primi scrutini non ha raccolto le ulteriori adesioni necessarie ad arrivare al quorum dei 77 voti necessari all’elezione.

La posizione di Scherer

A ridosso, almeno in partenza, il brasiliano Scherer, espressione proprio dell’episcopato latino-americano ma con forti agganci in Curia, per il suo passato nella Congregazione dei Vescovi e il suo presente nella Commissione di Vigilanza Ior.

I due fronti si sono annullati

I due fronti, in qualche modo, si sono annullati a vicenda, non hanno raccolto l’afflusso degli “indecisi”. Entrambi con il percorso bloccato, hanno dovuto quindi lasciare il campo gia’ alla quinta votazione, questo pomeriggio, al nome di Bergoglio.

Il partito sudamericano e quello degli incerti
Su di lui sono confluiti molti degli incerti della vigilia, ma anche il ventaglio di porporati che proclamavano l’elezione di un non-europeo, come segnale di svolta rispetto a una Chiesa del Continente che secondo molti non esprime piu’ lo slancio necessario a vincere le sfide globali di oggi. E segni di questo, secondo molti vescovi extra-europei, sono stati anche la stagnazione nelle lotte di potere in Curia, gli scandali, precipitati complessivamente nella bufera Vatileaks.

Outsider?
Bergoglio non si può definire un outsider, sia per età che per storia personale. Era stato il principale rivale di Ratzinger già nel Conclave del 2005. Quindi il segnale può essere percepito anche come un superamento della linea ratzingeriana, che per molti non ha prodotto un governo della Curia efficace.

Chi è Bergoglio

Pastore di lunghissima esperienza, col retroterra della sua appartenenza all’ordine dei Gesuiti, paladino dei poveri e dei diseredati, un tratto personale di bonarietà apparsi in tutta evidenza nel suo primo saluto ai fedeli dalla Loggia di San Pietro. Un uomo “preso quasi alla fine del mondo”, si è definito, e niente poteva esprimere meglio la sua lontananza dalle ‘paludi’ romane.
La brevità del Conclave ha fatto pensare a tutti, oggi pomeriggio, che si fosse concretizzata la candidatura di Scola.

di Fausto Gasparroni – ANSA

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