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Il crack del 2001 è acqua passata, così come la crisi finanziaria del 2008. Ma per il colosso statunitense JPMorgan Chase le grane con la giustizia federale non sono finite, e, anzi, potrebbero aumentare nei prossimi mesi.

Le indiscrezioni del New York Times

Secondo quanto rivelato dal New York Times, JPMorgan avrebbe trasformato centrali elettriche in perdita in poderose sorgenti di profitti. Per rendere più credibile il tutto un alto dirigente dell’istituto di credito, Blythe Masters, avrebbe reso false testimonianze sotto giuramento, un reato che in America è considerato penale. E’ questo il quadro che emerge da documenti riservati in mano al governo. Speculazioni sull’energia, insomma, come Enron. Torna lo spettro della società che fece crack nel 2001, dopo scandalo manipolazioni.

Le indagini parallele delle altre agenzie federali

La notizia arriva quando anche altre agenzie stanno arrivando alla resa dei conti finale con il gruppo. Uno dei regolatori bancari, l’Ufficio del Controllo della moneta, avrebbe chiesto nuovi interventi contro JPMorgan in merito alle modalità con cui la banca ha accumulato debiti su carte di credito e sul loro fallimento per avvertire le autorità dei sospetti su Bernard L. Madoff, accusato della più grande truffa nella storia della finanza americana. Nelle indagini del settore energetico, lo staff del Federal Energy Regulatory Commission, o Ferc, sta studiando l’ipotesi di chiamare in giudizio Jp Morgan per il trading nei mercati energetici di California e Michigan.

Il cambi di tono contro Dimon

In un meeting del mese scorso nella sede di Park Avenue, l’ufficio del Controllo della moneta ha diffuso un messaggio insolitamente duro contro Jamie Dimon, ad e presidente: la più grande banca americana stava insomma già perdendo credibilità a Washington. E secondo i dipendenti dell’istituto leader nei servizi finanziari globali, anche gli avvocati, tra cui Stephen M. Cutler, avrebbero avvertito i manager dei problemi con le autorità di vigilanza.

Le dimissioni dei vertici

In una recente lettera agli azionisti Dimon ha spiegato di “aspettarsi, purtroppo di avere numerose azioni legali in vista nei prossimi mesi”, scusandosi per aver “deluso le autorità” e impegnandosi per “fare tutto il necessario”. Qualche addio illustre al gruppo comunque si è visto, di quelli che potrebbero complicare la situazione anche per Dimon. Frank J. Bisignano, co-direttore operativo famoso per aver risanato la divisione mutui dopo la crisi finanziaria del 2008, ha annunciato le sue dimissioni negli scorsi giorni. E, secondo fonti a lui vicine, anche l’avvocato Barry Koch starebbe per lasciare il gruppo.

Le possibili reazioni degli azionisti

Ma, nonostante il gruppo resti protagonista delle indagini di almeno otto agenzie federali, i profitti toccano livelli record. Sebbene alcuni azionisti si dicano preoccupati dai problemi giudiziari di JPMorgan, i fortissimi guadagni sembrano un buon motivo per non vendere le loro quote.

L'energia nelle speculazioni di JPMorgan

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