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Altro che proverbiale senso della misura lettiano. Per uno dei più stretti collaboratori di Enrico Letta, Francesco Boccia, non ci sono mezze misure: “È chiaro che chi non dovesse votare la fiducia al governo sarebbe fuori dal partito”, ha detto ieri.

Il tentativo è quello di evitare un nuovo caso Romano Prodi in Parlamento e fare in modo che sul voto di fiducia al nuovo esecutivo il Pd non si spacchi del tutto. Ma il fantasma espulsioni ieri ha agitato se possibile ancora di più gli animi nel partito. Il dissidente Filippo Civati ha parlato di “toni fuori di testa” e ha confermato di non votare la fiducia.

Il tema che divide filo-lettiani e non è sempre lo stesso: l’“inciucio” più o meno fattibile con il Pdl di Silvio Berlusconi. Oggi Boccia è tornato sull’argomento su Facebook, citando niente meno che Enrico Berlinguer: “Non bisogna credere che il tempo a disposizione sia indefinito. La gravità dei problemi del Paese, le minacce sempre incombenti di forze reazionarie, la necessità di aprire finalmente alla nazione una sicura via di sviluppo economico, di rinnovamento sociale e democratico, rendono sempre più urgente che si giunga a quello che può essere definito il nuovo grande ‘compromesso storico’ tra le forze che rappresentano la grande maggioranza del popolo italiano” (Rinascita del 9 ottobre 1973).

E ancora: “Non possiamo definirci antenne della volontà popolare se anteponiamo alle scelte da fare i singoli trascorsi. Il tentativo di Enrico Letta è l’unica strada per evitare il baratro. Chi lo chiama inciucio sta al calduccio nella sua rendita di posizione”.

Considerazioni che hanno suscitato molti commenti inviperiti nella base del Pd che non ha mai troppo digerito l’accordo con Berlusconi.

“State tradendo chi ha votato PD, con Bersani si doveva dimettere tutta la segreteria, adesso stanno uscendo i mandanti del delitto Prodi…” scrive Luciano Giovampaoli e c’è chi prefigura un posto da ministro o sottosegretario per Boccia o chi dice che ha ragione Grillo come Giuseppe Cosenza: “Non voterò mai più PD, vergognatevi chi giustifica un governo col PDL è un senza palle chi ha votato PD un vero elettore di sinistra non comprenderà mai un governo con Gasparri Scilipoti Arazzi Schifani Brunetta, a questo punto ha ragione Grillo”.

Boccia dedica poi un post in particolare a Michele Emiliano, il sindaco di Bari che lo aveva accusato di essere arrogante. “Boccia è spocchioso  –  aveva scritto  –  Solo perché è amico di Letta si mette a dire lui chi deve entrare e uscire fuori dal Pd. Bramosia di potere”. La risposta di Boccia ovviamente non si è fatta attendere: “Troppo facile parlare delle piroette politiche di Emiliano. Ma siccome voglio molto bene a Michele mi asterrò d’ora in avanti dal fare commenti. Chi gli vuole veramente bene in questo momento dovrebbe stargli vicino”.

L'anatema del lettiano Boccia tra consensi e sghignazzi

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