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#Prodi è tutto il contrario di quello che #Renzi ha sempre detto di essere. Complimenti”. Gli oltre 500 retweet del cinguettio del conduttore della Zanzara Giuseppe Cruciani raccontano la delusione che si respira tra i fan di Matteo Renzi per la sua scelta di appoggiare la candidatura di Romano Prodi al Quirinale.

La domanda che ci si pone la sintetizza Romano Perissinotto di Italia Futura Lombardia nel suo intervento su Formiche.net: “Ma come, il rottamatore aperto al dialogo, che cerca voti anche nel centrodestra, che auspica la fine di un’epoca basata sul conflitto e non sul confronto indica proprio Prodi, ovvero l’uomo indicato da Berlusconi come la peggior iattura per l’Italia?” E ancora, perché Prodi sì e Franco Marini no? Entrambi sembrano piuttosto lontani dal concetto renziano di “giovanotto”.

Eppure, secondo David Allegranti, giornalista del Corriere Fiorentino e autore del libro “Matteo Renzi, il rottamatore del Pd”, il sindaco ha fatto il massimo sulla partita del Qurinale: “Ha provato a giocare la carta Sergio Chiamparino, ha tentato di farla crescere ma non è andata. E poi, di fronte al nome di Romano Prodi proposto dal Pd, come poteva dire no? In un colpo solo, ha fatto fuori Marini e sconfitto la linea di Bersani. E poi Renzi non ha mai attaccato il Professore, la sua idea di partito, la sua storia da padre fondatore dell’Ulivo le sente vicine”.

Tra Marini e Prodi, sottolinea Allegranti a Formiche.net, c’è una grande differenza che sul Colle pesa, e cioè il fatto che uno abbia un profilo internazionale e l’altro no. Con Prodi poi il primo cittadino toscano “spera di recuperare un po’ di feeling con quel centrosinistra che lo accusa di guardare troppo a destra”.

Il rischio di un possibile incarico a Bersani da parte dell’amico professore è scongiurato, aggiunge, vista la reputazione quasi “moribonda” di cui gode in questo momento dopo “la scelta suicida di Marini”.

Il fatto che Renzi punti al voto prima possibile è certo. Il suo momento magico nei sondaggi non può durare per sempre e soprattutto c’è un’altra ragione per cui il sindaco ha fretta. Spiega Allegranti: “Ciò che Renzi vuole evitare è la sovrapposizione di due campagne elettorali. L’anno prossimo a Firenze si vota e il sindaco ha sempre detto di voler ricandidarsi. Per questo, la sua corsa alla premiership nazionale deve partire prima della corsa cittadina, altrimenti come farebbe poi a smarcarsi? E per questo, c’è tempo fino a novembre”.

Chi attacca e chi difende Matteo Renzi su Prodi

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