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E voi da che parte state? Sul web si è scatenato da qualche ora il dibattito su quanto accaduto nella formazione politica Fare per Fermare il Declino, vale a dire la scontro tra Luigi Zingales, che ha poi deciso di lasciare il movimento ultra liberista, e Oscar Giannino, candidato premier di Fare e cofondatore con Zingales, Carlo Stagnaro e Michele Boldrin del movimento.

Come è nato il caso

La diatriba tra i due fondatori è nata dall’intervista di Giannino a Repubblica Tv dove il giornalista dichiara di essere in possesso di un Master conseguito presso l’università dove insegna lo stesso Zingales, la Chicago Booth; titolo inserito anche nel curriculum di Giannino sul sito dell’Istituto Bruno Leoni, poi corretto.

La versione di Oscar

Lo stesso Giannino ha poi smentito attraverso una nota e invitato tutti ad andare avanti. “Il punto è un altro. A Luigi, a quattro giorni dalla fine della campagna elettorale, non è bastata. In effetti, da quanto ho detto a Repubblica si capiva il contrario. Quindi, chiarire era necessario in pubblico, sostiene Luigi. Ed è una piccola prova di quello che Fare riserverà all’Italia. Cominciando da me, come – ripeto – è giusto. Sono da decenni giornalista, non ho mai usato presunti titoli accademici – che non ho – per carriere che non mi competono. Lavoro da quando sono giovane, sotto gli occhi di tutti. Quanto so l’ho studiato per i fatti miei – vale anche per gli altri titoli che mi vengono attribuiti in rete – continuo a farlo ogni giorno, ed è ciò che dato forza a quel che ho fatto scritto e detto sotto gli occhi di tutti. Ora gambe in spalla, e occupiamoci di raggiungere il risultato che è a portata di mano”.

Come si divide la Rete

Se da una parte apprezza il gesto di Zingales, sottolineando il passo falso di Giannino, dall’altra in molti si domandano se ci sono altre motivazioni che hanno spinto il professore a lasciare proprio il partito a pochi giorni dal voto.

Chi difende Giannino e chi lo critica

Giovanni Boggero, di Fermare il Declino Piemonte, su Twitter, scrive: “Zingales spezza il sogno di tanti entusiasti e lo fa senza molto stile. Bad timing”. “Una bugia è una bugia. Non è una bugia detta per imprecisione durante un dibattito o durante una discussione animata – scrive un simpatizzante su Facebook -. Una bugia scritta su un documento ufficiale è una bugia deliberata e voluta. Gentile prog. Zingales Lei ha il mio enorme e sconfinato apprezzamento”.

Le opinioni di centristi, renziani e democratici

Ma c’è chi, come Marco Follini, ribadisce: “Non lo voto ma lo stimo. Non tarocca i titoli di studio. Semmai, veste peggio di Formigoni”. Della stessa linea, uomo di finanza con sede a Londra, sostenitore della prima ora di Matteo Renzi: “Continuo a preferire un Giannino senza master ad un Berlusconi pieno di mistresses”.  L’ex direttore generale di Confindustria e ora candidato con il Partito Democratico, Giampaolo Galli, che aveva firmato il primo-manifesto appello di Fermare il Declino, solleva le perplessità: “Sarà, ma a sei giorni dalle elezioni, le dimissioni di Zingales non mi piacciono”.

Se Michele Boldrin preferisce per ora non commentare, limitandosi però ad osservare che “vi percepisco più tesi del necessario”, un altro fondatore, Carlo Stagnaro spiega che la biografia sul sito dell’Istituto Leoni è stata “compilata da stagista prendendo news su internet. Appena ce ne siamo accorti abbiamo corretto. Colpa nostra. Appena ci è stato segnalato abbiamo provveduto: ripeto, colpa nostra”. In ogni caso, osserva Stagnaro, “Oscar ha commesso un peccato di vanitá, grave, ma di vanità”. Un nuovo tweet però commenta la dichiarazioni di Zingales, che ha dichiarato di non voler speculare sulla vicenda perché “è molto triste”. “Finora non ho polemizzato con Luigi ma “non speculare su vicenda triste” fa dubitare della linearità del suo pensiero”, scrive Stagnaro.

I giudizi dei giornalisti

Marco Cobianchi, giornalista di Panorama e saggista, cita Pietro Nenni. “A fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura”. Il direttore del quotidiano Europa, Stefano Menichini, commenta: “Che poi, che cosa aggiungeva un master a Chicago alla credibilità di Giannino? Cose che non capisco”. Il giornalista Giuseppe Cruciani, firma di Panorama, conduttore della Zanzara e amico di Giannino, si chiede: “Giannino come la Santanchè?”, tentando un paragone con quanto accaduto all’ex sottosegretario che in passato aveva dichiarato, salvo poi essere smentita, di aver conseguito un Master all’Università Bocconi.

Voci di Italia Futura

Il manager e consulente Massimo Brambilla, di Italia Futura Mondo, scrive: “Poi scopri che Zingales insegna a Chicago Booth e non all’università di Chicago. Che è differenza che passa tra insegnare a Bocconi o a SDA. Ieri scrissi che avrei voluto Giannino in Parlamento. Dopo avere scoperto che è l’ennesimo cialtrone,se lo sentirò in radio cambierò stazione”. Un altro esponente dell’associazione di Luca Cordero di Montezemolo, Romano Perissinotto, su Twitter commenta: “Complimenti a Zingales : tempismo perfetto: nemmeno uno svizzero avrebbe fatto meglio.I volontari di Fare ringraziano”. E poi rivolgendosi direttamente al professore scrive: “Su dai, ma che caspita c’entra il master di Oscar con il movimento? Peraltro sei ben consapevole degli effetti”.

La parola al costituzionalista

Il docente di diritto Giovanni Guzzetta, intervistato da Formiche.net, ammette di esser “sorpreso che avvenga tutto ciò 5 giorni prima delle elezioni. Immagino Zingales conosca da tempo Giannino e avesse tutti gli elementi per valutare. Per questo mi sembra strano che 5 giorni prima delle elezioni scopra qualcosa da fargli dubitare dell’onestà di un suo alleato”.

Bravo Zingales. Difendo Giannino. I tweet sulla tenzone fra turbo liberisti

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