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Prove tecniche di Partito riformatore (anti Grillo). E’ questo, al di là delle dichiarazioni pubbliche di facciata, il senso della calata a Roma di Matteo Renzi e soprattutto dell’incontro tra il sindaco di Firenze e Mario Monti a Palazzo Chigi: sede inconsueta per una riunione non proprio istituzionale.

Il Partito riformatore, ovviamente, sarà capeggiato da Renzi, secondo le intenzioni di molti e fors’anche del diretto interessato che domani parteciperà alla direzione nazionale del Pd.

Ma più che un vero e proprio partito unitario sarà con tutta probabilità una sorta di grande coalizione che si presenterà alle prossime elezioni (già quest’anno?, si vocifera di giugno o di ottobre, tra gli addetti ai lavori).

Una grande coalizione in stile renziano alla quale non farà mancare appoggio e sostegno Scelta Civica di Monti, a partire dalla componente di Italia Futura: Luca Cordero di Montezemolo è un noto estimatore del sindaco di Firenze anche se non sempre i rapporti fra Renzi e Diego Della Valle sono stati idilliaci.

Il progetto, se dovesse andare in porto, ovviamente provocherà uno spappolamento del Partito democratico, con la componente veltroniana e riformatrice pronta ad assecondare il nascente “partitone riformatore”. A questo lavora d’altronde da tempo il Gianni Letta di Matteo Renzi, ovvero Marco Carrai, oggi visto nella capitale.

E chissà che anche un ministro come Corrado Passera, ora in panchina politica, possa essere interessato a partecipare al progetto renziano e grancoalizionista che prevede, non a caso, di disarticolare anche il centrodestra, a partire dal Pdl berlusconiano.

Sogni o ambizioni? Si vedrà. L’obiettivo del progetto è quello comunque di garantire il massimo del rinnovamento con il massimo della stabilità.

Resta da vedere, però, se il progetto riuscirà ad arginare (secondo i proponenti) l’ondata grillina oppure finirà per dare ulteriore linfa al Movimento 5 Stelle.

Il partitone (anti Grillo) di Matteo Renzi

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