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L’approvazione a Strasburgo, da parte della plenaria del Parlamento europeo, dei due nuovi regolamenti sulla governance finanziaria dell’Eurozona, che completano il quadro legislativo già stabilito con il rafforzamento del Patto di stabilità (Six-pack) entrato in vigore l’anno scorso, “segna un primo importante passo verso il superamento della linea dell’austerità in favore di un migliore equilibrio tra disciplina di bilancio, sostegno alla crescita e solidarietà nella politica economica dell’Ue”.

Lo afferma l’eurodeputato del Pd Roberto Gualtieri, uno dei negoziatori dell’Europarlamento per il trattato sul Fiscal compact e nell’attuale discussione sul futuro dell’Unione economica e monetaria.

Il provvedimento, il cosiddetto Two-pack, intanto divide l’Europa tra chi vede il bicchiere mezzo pieno (il commissario Olli Rehn, il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, la cancelliera Angela Merkel e i falchi del rigore), chi ancora non si è espresso, ma inizia ad avere in casa le prime serie difficoltà (François Hollande) e chi lo vede mezzo vuoto (i Paesi del Sud Europa).

Al centro del dibattito c’è soprattutto il modello economico che l’Unione dovrebbe utilizzare per uscire dalla crisi sistemica che la sta mettendo a dura prova. Questo pacchetto legislativo, insieme al già noto Patto di stabilità, va in direzione dei veti tedeschi all’utilizzo di politiche keynesiane per far ripartire la crescita e scatenerà reazioni importanti nel Consiglio europeo del prossimo 14 marzo.

LA SINISTRA EUROPEA CHIEDE MENO RIGORE
Mentre il Six-pack, legislazione-faro del rigore di bilancio, “non era stato sostenuto fino in fondo dai Socialisti – rivendica Gualtieri – in questo caso il gruppo S&D, ha dato un contributo sostanziale a modifiche che hanno aggiunto una serie di preoccupazioni, inizialmente mancanti, relative agli investimenti per la crescita, alla spesa sociale e agli eurobond”.

Secondo Gualtieri, il Two-pack, così com’è stato modificato dall’Assemblea di Strasburgo, “contiene importanti innovazioni frutto di un intenso lavoro negoziale: la possibilità per la Commissione di intervenire in maniera diretta nel processo di formazione delle leggi nazionali di bilancio (le Finanziarie)” richiedendo eventualmente una revisione della misure previste entro due settimane dalla loro presentazione in Parlamento, è infatti “bilanciata da due importanti contropartite”.

EUROBOND E MENO VINCOLI DI BILANCIO
Innanzitutto, per Gualtieri, “l’istituzione di un gruppo di esperti che entro la primavera del 2014 dovrà analizzare la fattibilità della creazione di un Fondo di riscatto del debito basato sull’emissione di eurobond”.

In secondo luogo, “l’obbligo per la Commissione di presentare entro luglio 2013 una comunicazione sul modo di sfruttare le possibilità offerte dal Patto di Stabilità per conciliare disciplina di bilancio e investimenti pubblici produttivi”.

C’è, inoltre, ricorda Gualtieri, “la possibilità di deviazioni temporanee dall’obiettivo del pareggio di bilancio, formalmente prevista dal Patto di stabilità ma finora non utilizzata, che viene esplicitamente richiamata in un nuovo paragrafo”. La tabella di marcia della riduzione del deficit, in altre parole, sarà applicata in modo più flessibile in caso di circostanze eccezionali o grave recessione economica.

Gli emendamenti approvati dal Parlamento dovrebbero garantire che il nuovo sistema di sorveglianza di bilancio valuti attentamente le situazioni paese per paese, per evitare che i tagli proposti non blocchino gli investimenti per la crescita. È previsto, infine, che quando uno Stato membro è invitato a fare tagli consistenti, questi non dovranno pregiudicare gli investimenti nel campo dell’istruzione e della sanità, in particolare nei paesi in gravi difficoltà finanziarie.

Il Two-Pack spiegato da un anti merkeliano

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