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Grazie all’autorizzazione dell’autore e dell’editore, pubblichiamo il commento di Giovanni Bucchi comparso sulla versione odierna del quotidiano Italia Oggi

«Perché questi diciotto anni non vi si sgranino tra le mani, con un’Europa commissariata e con l’idea di dire agli italiani che votano le politiche è inutile, perché si devono tenere Monti che ha fatto anche lui più spesa, più tasse ed è aumentato il debito pubblico di 100 miliardi da che è in carica, io dico che questa svolta va costruita proprio da questa vicenda che colpisce la Lombardia e il suo presidente. Posso solo dirvi: pensateci e, se serve, io vi do una mano».

Sono parole di Oscar Giannino, candidato premier di Fare per Fermare il Declino, pronunciate all’ultimo Meeting di Rimini il 22 agosto 2012. Il giornalista economico tendeva così la mano ai ciellini alla fine di un incontro dal titolo «Lombardia: discussione tra presente e futuro», nel corso del quale l’allora presidente piediellino Roberto Formigoni si era ripreso la scena scaldando i cuori del suo pubblico.

La corsa al Pirellone

Tuttavia adesso le strade sono più che mai divise, col governatore uscente che sostiene in Lombardia il leghista Roberto Maroni e il giornalista di radici repubblicane che col suo movimento candida al Pirellone Carlo Maria Pinardi. Non solo, da Giannino alcuni giorni fa su Repubblica sono arrivate aperture a collaborare con Umberto Ambrosoli, candidato del centrosinistra, nell’ottica di un cambio di direzione rispetto alle amministrazioni di centrodestra.

A Rimini Giannino pro Formigoni

Ma ritorniamo a quell’incontro di sei mesi fa al Meeting. «Il bilancio di questi diciotto anni in Lombardia guardiamolo nei numeri» diceva Giannino. «Non vi devo dire io che la Lombardia è, ovviamente, una Regione di punta per l’economia nazionale» visto che «nel 2011 ha aumentato di quasi l’11% le sue esportazioni» e che «valgono più di 100 miliardi di euro» e sono «la percentuale più elevata in tutto l’apparato produttivo italiano». Quindi il passaggio sul sistema amministrativo, «arriviamo per 10.000 abitanti a 180 dipendenti pubblici, la media italiana è 204». Fino alla sanità, cuore delle inchieste che coinvolgono il Celeste: i numeri qui, diceva Giannino, «dicono alcune verità incontrovertibili» come il fatto che «è la Regione che è al vertice, la Lombardia, della capacità di attrazione di flussi migratori sanitari dal resto del Paese».

L’esempio della Lombardia secondo Giannino versione Meeting

Non solo, «la Lombardia è quella in cui il costo della sanità, rispetto al Pil regionale, è più basso, 5,4%». «La Lombardia», incalzava, «è l’unica Regione italiana che da undici anni – undici anni! – copre i costi del sistema sanitario con i ricavi». Sul numero di strutture ospedaliere di ricovero, Giannino ricordava che «per milioni di abitanti, è 13,8 in Lombardia» contro una media di 19,5 in tutta Italia. «Una delle ragioni per cui il deficit nazionale è causato, è la frammentazione dei piccoli ospedali, perché coi piccoli ospedali si fa clientela e consenso politico». E la quota di strutture di ricovero sotto i 200 posti letto in Lombardia è il 17,5% contro la media del 29,1% nazionale. Giannino chiudeva l’analisi parlando della «percentuale della spesa pubblica centrale e locale; sul Pil lombardo siamo al 40%. Se andiamo a vedere le altre Regioni, persino il Piemonte è al 48%, la Basilicata al 71, la Campania al 73, la Sicilia al 76, la Calabria al 78». Oggi però le strade di Giannino e Formigoni sono più che mai divise.

Quando l'anti formigoniano Giannino elogiava Formigoni

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