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Hai voglia a incasellarlo nella sinistra antagonista, radicale o estrema. Hai voglia a dargli dell´estremista anti borghese. Hai voglia a scaraventarlo nelle braccia del giustizialismo dipietresco. Certo, il Movimento 5 Stelle è anche questo. Ma non solo.

Beppe Grillo sfugge ai consueti cliché. Anche se sul fisco, da tempo, gli osservatori intravvedevano un´affinità con i toni e le parole del primo Carroccio. A riprova dell´eclettismo politico del leader dei grillini fa fede il commento del comico sui numeri forniti ieri dall´Agenzia delle Entrate.

La premessa (scontata, per Grillo) è la seguente: “Sono contro l’evasione fiscale e ritengo che gli evasori vadano perseguiti, in particolare i grandi evasori, ad esempio quelli protetti dallo Scudo Fiscale del Pdl/pdmenoelle con l’obolo del 5%, i cui nomi dovrebbero essere resi pubblici dal Tesoro”.

Ciò detto, il comico aggiunge: “La dichiarazione dell’Agenzia delle Entrate chiama in causa 4,3 milioni di famiglie che potenzialmente evadono il fisco. Lo afferma lo staff di Attilio Befera, in virtù di un algoritmo, ‘il redditometro´, che valuta entrate e spese. In sostanza, se uno spende più di quanto guadagna, potrebbe dover dimostrare dove ha preso i soldi”.

Il leader del Movimento 5 Stelle non concorda con la tesi implicita sottostante: “In Italia, come sanno anche i cani, molte famiglie vivono di prestiti dei parenti per sopravvivere o attingono ai risparmi. Sono anche loro potenziali evasori? Quello che disturba non è la lotta all’evasione in sé, ma l’accanimento mediatico, nel voler far passare gli italiani come popolo di evasori, come se la causa del disastro economico, di cui non si vede la fine, non sia attribuibile al debito pubblico, alla corruzione, alla totale incapacità e rapacità nell’amministrare la cosa pubblica”.

“Accanimento mediatico” è un´espressione che avevamo sentito dire da Berlusconi su questi temi, vero?

Ma Grillo va oltre: “Dopo la guerra agli scontrini negli agriturismi e sul Ponte Vecchio di Firenze, senza nel contempo dare alcuna incentivazione ai piccoli commercianti, incuranti che i negozi stanno chiudendo a decine di migliaia, viene ora introdotta la presunzione di reato affidata a un programma”.

“Presunzione di reato”, anche questa l´avevamo già sentita. “Befera – ha aggiunto Grillo – ha garantito che entrerà in funzione a gennaio 2013 e che ‘Noi lo adopereremo con la massima cautela e soltanto per differenze eclatanti tra le spese e i redditi dichiarati´. Cioè? Chi decide? Su che base? Con quali regole? Che vuol dire ‘massima cautela´? Che significa ‘differenza eclatante?´”.

La conclusione è di puro stampo liberista, alla Oscar Giannino, si potrebbe dire senza far inalberare i promotori di Fermare il Declino: “Il risultato è che nessuno, anche se disoccupato, spenderà, o dichiarerà più nulla, per non finire sul banco degli imputati”.

Dopo le critiche, la proposta. E qui Grillo scade nel facile populismo ormai imperante: “Vorrei integrare la proposta del redditometro con il ‘politometro´. Uno strumento che valuti la differenza tra ricchezza posseduta dai politici e dai funzionari pubblici dall’atto della loro nomina nell’arco degli ultimi vent’anni”.

Sul ReddiTest Beppe Grillo è berlusconiano

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