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La mega agenzia di stampa statale della Cina, Xinhua, si appresta a sbarcare in Borsa tramite la sua divisione di notizie via internet, il portale Xinhuanet.com. Sarà così la seconda testata cinese a controllo pubblico a procedere su questa strada, che il regime cinese ha deciso di imboccare soprattutto per rispondere alle sfide poste dai nuovi media.

L’autorità di vigilanza sulla finanza cinese, la China securities Regulatory Commission, ha riferito che Xinhua ha chiesto l’autorizzazione per procedere con l’offerta pubblica di vendita, Opv o “Ipo” in inglese. Il collocamento riguarderà la Borsa di Shanghai.

Al momento ci sono una decina di testate statali cinesi che studiano lo sbarco in Borsa, tra cui la Tv pubblica centrale, nell’ambito di una generale strategia sollecitata dalle stesse autorità, che puntano a rendere più competitivi i media statali per contrastare la crescente presa sull’opinione pubblica da parte di microblog, social network e nuove testate online a controllo privato.

Già lo scorso anno questa strategia ha portato alla quotazione in Borsa del “Giornale del Popolo”, uno dei quotidiani di riferimento del partito comunista cinese. Questo primo sbarco in Borsa si svolse nell’aprile del 2012 e fruttò circa 225 milioni di dollari di raccolta. E’ stato sicuramente un affare per i sottoscrittori: al primo giorno di quotazioni le azioni del quotidiano balzarono del 70 per cento e rispetto al valore dell’Ipo oggi risultano più che raddoppiate, a 38,16 yuan oggi in chiusura.

Il senso di Xinhua per gli affari di Borsa

La mega agenzia di stampa statale della Cina, Xinhua, si appresta a sbarcare in Borsa tramite la sua divisione di notizie via internet, il portale Xinhuanet.com. Sarà così la seconda testata cinese a controllo pubblico a procedere su questa strada, che il regime cinese ha deciso di imboccare soprattutto per rispondere alle sfide poste dai nuovi media. L'autorità di vigilanza…

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