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Nella prossima legislatura serve un’alleanza con il centro per fare le grandi riforme che servono al Paese. Ad affermarlo è il deputato del Partito Democratico, Paola De Micheli, in un’intervista a Formiche.net. La necessità di un’alleanza con il centro moderato “è un’idea che Pierluigi Bersani ed Enrico Letta sostengono da due anni. Nei prossimi cinque avremo grandi responsabilità e servono ‘spalle larghe’ in funzione di una grande condivisione con l’elettorato e per creare una larga convergenza”. Inoltre, la linea del segretario ha già ottenuto uno “straordinario successo, non solo sui contenuti” con la vittoria delle primarie del centrosinistra.

L’onorevole De Micheli, piacentina come Bersani, ribadisce la necessità di un confronto con il centro, come lo stesso segretario del Pd ha dichiarato oggi, anche se “ tutto si chiarirà quando sapremo cosa sarà il Centro e chi sarà il suo candidato premier”. La collaborazione con Casini, assicura De Micheli, non pregiudicherà quella con Nichi Vendola: “Premetto che ultimamente c’è stata qualche intemperanza ma, al netto di questi giorni, due cose mi tranquillizzano. Innanzitutto, la sottoscrizione della Carta d’Intenti da parte di Sel e di Vendola sul rispetto degli impegni in Europa e sulle riforme da fare. Su questi temi, la sottoscrizione della Carta non dà spazio a nessuna interpretazione. Poi, c’è il meccanismo di maggioranza che ci lascia tranquilli. Infine, il fatto che anche Sel farà le primarie per i parlamentari come il Pd è un ulteriore segnale nei nostri confronti e mostra la voglia di mettersi in gioco, di aprirsi”.

Quello che invece sarebbe da escludere in maniera categorica è la riproposizione della “strana maggioranza” con il Pdl che sostiene l’attuale governo tecnico. “Il ritorno di Berlusconi, se non fosse ridicolo, farebbe paura. Sotto alcuni aspetti – spiega De Micheli – questa realtà mi rattrista perché impedisce la costruzione di una vera destra. Ci fossero state le primarie o un congresso del Pdl, avremmo avuto una vera destra italiana. È per questo che non ci sono le condizioni per avere dopo il voto nuovamente la ‘strana maggioranza’”.

La bersaniana assicura che nel partito non ci sono all’orizzonte divisioni programmatiche: “Non esiste un’Agenda Fassina. Esiste un’Agenda Monti e poi esiste l’agenda delle riforme necessarie e urgenti da realizzare, che ci chiedono l’Europa e gli italiani. Diamo all’agenda il nome che vogliamo, diciamo – si augura De Micheli – che fra qualche mese parleremo di Agenda Bersani, che coniugherà sviluppo ed equità”. Né tantomeno ci saranno contrasti con i renziani, perché il Pd “è un partito inclusivo, dove c’è condivisione di scelte”.

Io, bersaniana doc, dico: dialoghiamo con il Centro (senza rompere con Vendola)

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