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Ecclesiastico e voluto dagli Usa. Queste le qualità che hanno spinto Maath al-Khatib al vertice della neonata “confederazione” che riunisce tutti coloro che non vogliono più Assad e il suo clan al governo della Siria.
 
L´unità arrivata quando nessuno ci sperava più e il fallimento degli anti-regime sarebbe stata l´unica, vera vittoria del leader siriano nella guerra iniziata un anno e mezzo fa. Ora invece il regime di Damasco dovrà confrontarsi con la Coalizione nazionale della Siria per le forze rivoluzionarie e di opposizione.
 
Dal nome si capisce quanto sarà arduo il compito dell´ex imam della moschea Omaijad di Damasco. Rappresentante di un islam moderato e tollerante, rispettato in patria, sostenuto anche dai Fratelli musulmani Maath al-Khatib, non è un resistente dell´ultima ora. Al contrario. 
 
Il passato
Spesso in carcere a causa di affermazioni critiche nei confronti del regime, è rimasto in patria fino a che l´aumento della repressione militare non lo ha spinto ad abbandonare il Paese. 
 
La governance
La struttura che è stato chiamato a governare, 60 personalità di cui 22 fanno parte del consiglio nazionale siriano, ha l´ambizione di diventare il governo provvisorio della nuova Siria. 
 
Le mosse del Cns
Determinante per dare credibilità a tutta l´assise anti Assad, il Cns è stato in pratica costretto ad abbandonare le posizioni di splendido isolamento dalle pressioni di Usa, Qatar e dei tanti finanziatori fondamentali al movimento per proseguire una resistenza costosa e sanguinosa.

 
La svolta
La svolta unitaria è arrivata dopo una settimana di trattative sbeffeggiate da chi, il Cns, pretendeva il monopolio dell´opposizione negando ogni legittimità a chiunque non facesse parte dell’organizzazione. Via d´uscita dall´impasse o tentativo di salvarsi dal mare in tempesta aggrappandosi a uno scoglio scivoloso? 
 
Il primo discorso
Per ora il primo passo di Maath al-Khatib ha funzionato. Il discorso sulle sofferenze del popolo siriano accompagnato da accuse al regime per aver scelto la via delle armi contro una rivoluzione nata pacifica ha visto il consenso di tutti.
Anche ora che la soluzione bellica sembra l´unica in grado di decidere le sorti della guerra civile, il dignitario sunnita affinché finisca il bagno di sangue continua a dare priorità agli aiuti umanitari. Nessun appello all´insurrezione armata da parte del religioso. 
 
L´appello alle minoranze
Maath al-Khatib non dimentica la complessità del proprio Paese. Da qui l´appello alle minoranze costituenti la nazioni siriana. Compresi gli alawiti, i correligionari di Assad, oppressi in quanto strumento del potere del regime. 
 
I collaboratori
Tutti indispensabili all´unità secondo l´ecclesiastico che non dimentica l´importanza delle donne. Un uomo e una donna, Riad Seif e Suheir Atassi, sono infatti i principali collaboratori dell´Imam. Ambedue noti dissidenti e firmatari della dichiarazione di Damasco del 2005. L´appello con cui sette anni fa le forze moderate, islamiste e secolari, chiedevano l´introduzione a piccole dosi della democrazia in Siria. Atassi è inoltre una delle dirigenti del movimento secolare delle donne siriane.

Sotto la guida del religioso sunnita la confederazione punta a riunire attivisti siriani e dirigenti della ribellione.
 
La chance da sfruttare è quella della legittimità interna e internazionale da organizzare e rafforzare cosi da raccogliere sempre maggiori fondi. Finora sono state soprattutto le divisioni del fronte anti Assad a spingere alla prudenza la comunità internazionale. Seguendo l´esempio del Qatar, rappresentanti di Usa, Francia, Turchia e Gran Bretagna hanno salutato la nascita della nuova struttura di opposizione. Solo l´inizio per Maath al-Khatib.

Idee e progetti di al-Khatib, l´anti Assad

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