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Il passo è giusto, quello dell’aiuto da 130 miliardi di euro per la Grecia, ma basterà per sostenerla nel lungo percorso verso la crescita? È questa la domanda che Paolo Guerrieri, docente ordinario di Economia a La Sapienza, si fa in mezzo agli entusiasmi per la decisione di questo lunedì dell’Eurogruppo. “L’accordo europeo raggiunto sulla Grecia è sicuramente un fatto positivo. Si è evitato un fallimento ‘disordinato’ della Grecia, scongiurandone l’uscita dall’euro. Rimane il dubbio se l’accordo sarà in grado di fornire alla economia greca il tempo necessario per tornare su un percorso di sviluppo sostenibile”.
 
E allerta sul rischio, “che la fase recessiva si prolunghi e di qui a uno o due anni il debito pubblico greco possa addirittura aumentare. Per scongiurarlo, servono politiche nuove”, spiega Guerrieri.
 
La ricetta che l´accademico propone è la stessa per gli altri paesi di in crisi: vanno altresì offerte nuove opportunità d’investimento e crescita. E queste opportunità devono provenire “dal resto dell’Europa, che finora ha praticato solo politiche di austerità fiscale”, considera il docente.
 
Per quanto riguarda la lettera inviata al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea da Mario Monti e David Cameron, insieme ai leader di altri dieci paesi dell’Unione Europea, Guerrieri crede che vengano avanzate una serie di proposte, largamente incentrate sul piano dell’offerta produttiva e dei servizi. Sostiene che sono condivisibili, “ma il rilancio di una strategia europea della crescita richiede iniziative e misure anche sul piano della domanda (investimenti) che langue oggi in tutta l’area europea”.

Grecia, "nuovi investimenti o il debito aumenterà ancora"

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