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Ogni giorno il disegno degli economisti di Fermare il Declino si arricchisce di un nuovo tassello. Ieri, in un post pubblicato sul loro blog, gli intellettuali coordinati da Oscar Giannino hanno declinato la loro idea di giustizia.
 
La ricetta indicata per far funzionare questo settore in un Paese che si colloca al 156° posto, su 181 Paesi analizzati dalla Banca Mondiale, per la durata di una normale controversia di natura commerciale, si basa su tre parole d’ordine: efficienza, specializzazione, produttività.
 
Ciò su cui punta il coordinamento dell’organizzazione che si sta strutturando in un movimento politico non sono quindi riforme di rilievo costituzionale su cui negli anni si è concentrata l’attenzione e che invece qui vengono rimandate a ulteriore approfondimento ma “interventi concreti, di urgente attuazione e che siano in grado di rimettere in moto rapidamente la macchina della giustizia”.
 
Nel “manifesto”, seguito da decine di commenti a testimonianza di quanto sia sentito il problema in Italia, c’è spazio per l’analisi di ognuno dei tre concetti chiave indicati sopra e per la declinazione degli stessi rispettivamente nel settore civile, penale, tributario, amministrativo e per le carceri.
 
È il punto sulla produttività a offrire la chiave di lettura più originale e innovativa. È necessario, si legge, “promuovere una riorganizzazione della struttura degli uffici giudiziari, da ottenersi, se necessario, anche con l’inserimento di figure manageriali scelte dagli operatori di giustizia in loco attraverso una selezione professionale, che contribuiscano a velocizzare le procedure interne agli uffici e ne riducano i costi, liberando altresì il tempo a disposizione dei magistrati”.
 
E ancora, è importante, secondo Fermare il declino, “valorizzare la performance dei giudici anche in termini di efficienza e produttività, in termini sia di remunerazione sia di responsabilità. In particolare, nel giudicare la performance, al fine dei passaggi di carriera a posizioni direttive o che comunque comportino responsabilità di uffici, il Csm deve necessariamente avvalersi di tecnici specializzati nella valutazione delle risorse umane”.
 
Manager, performance? Parliamo della giustizia o di un’azienda da risanare stile Fiat?, verrebbe da domandarsi. Ma forse per far funzionare questa macchina inceppata, sembrano suggerire gli economisti liberisti come Alberto Bisin che ha curato il post sulla giustizia, occorre un Marchionne tra i magistrati.
 
Chi potrebbe essere? Giannino & Co. offrono esempi positivi a cui ispirarsi per costruire questa figura, come Cuno Tarfusser che nei suoi anni a capo della Procura di Bolzano ha tagliato i costi del 70 per cento in tre anni, ottenuto la certificazione di qualità Iso 9000, e redatto annualmente il bilancio sociale.

Così Oscar Giannino vuole un Marchionne tra i magistrati

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