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A Natale sarà pubblicato il nuovo libro di Papa Benedetto XVI sulla vita di Gesù. Il terzo volume uscirà con una coedizione tra la Libreria editrice vaticana (Lev) e la Rizzoli in Italia, mentre la gestione mondiale dei diritti è stata ceduta interamente alla Rizzoli. L’atmosfera nel mondo cattolico, proprio per questa scelta, è piuttosto rovente. Si è aperto un dibattito tra chi ha caldeggiato la decisione presa e chi ritiene sia un rischio per la valorizzazione della parola del Papa affidarsi a un gruppo privato.
 
La Lev ha nel suo statuto l’obiettivo di diffondere la parola del Pontefice. E da quando, nel 2007, la sua direzione è stata presa da Don Giuseppe Costa, questo è avvenuto in modo più incisivo rispetto al passato, si dice in ambienti ecclesiali. Infatti, mentre il primo volume sulla vita di Gesù fu edito proprio da Rizzoli, il secondo uscito nella Pasqua del 2011 fu curato dalla Lev.
 
Ma la domanda che il mondo cattolico, e non, si sta ponendo, è quale ragione di fondo abbia mosso il Vaticano a scegliere un editore laico. Innanzitutto la Rizzoli sembra abbia offerto un’ingente somma di denaro per ottenere i diritti del libro. Si tratta di un testo del Pontefice, pertanto gradito a un mercato molto vasto, soprattutto se si pensa alla distribuzione nel mondo. È proprio su questo nodo che c’è stata la diatriba più aspra.
Le case editrici cattoliche, infatti, non possono competere con la capillarità che garantisce un grande editore, tanto più se parliamo di mercato internazionale. “La sfida è invece continuare a diffonderlo anche oltre l’effetto curiosità”, spiega Andrea Gagliarducci, vaticanista, tra gli autori del portale di informazione religiosa www.korazym.org. L’editoria cattolica può, secondo Gagliarducci, curare la parola del Santo Padre non come un best-seller da scaffale, ma come un long-seller da libreria personale.
 
Ora però le scelte sono state fatte e il Vaticano ha deciso di seguire le logiche di mercato. Mentre questo può essere visto come un’apertura della Chiesa a un mondo editoriale che possa arrivare a un potenziale lettore laico che non frequenta librerie religiose, viene vissuto invece come un forte rischio di riduzione di valore del testo del Papa. Secondo Gagliarducci, la domanda da porsi è se una distribuzione maggiore, in termini di valorizzazione, abbia la stessa efficacia, “e siamo sicuri che vedere il libro del Papa anche negli autogrill è una valorizzazione e non uno svilimento del suo messaggio?”.
 
I ben informati sostengono che la decisione finale sia stata presa proprio da Ratzinger in persona, una volta sentite tutte le parti, che si sono scontrate sulla vendita dei diritti internazionali. Molti tra cardinali e vescovi sembrano preoccupati che i diritti ceduti a un editore laico possano non rappresentare la Chiesa in quanto non in linea con i principi etici adeguati.
 
È altresì vero che in Italia l’uscita del libro del Pontefice è un’ottima notizia per tutte le librerie religiose che hanno sofferto soprattutto nell’ultimo anno di un calo di vendite, che ha comunque interessato tutto il settore.

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