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Dopo l’espulsione di due presunti agenti sotto copertura nel 2024, l’Austria si ritrova nuovamente a fare i conti con la presenza di corrispondenti dell’agenzia statale Tass sospettati di legami con l’intelligence esterna russa (Svr). Una dinamica che conferma il ruolo storico del giornalismo di Stato come strumento operativo dei servizi di Mosca e riporta in superficie le tensioni tra neutralità austriaca, sicurezza nazionale ed equilibri internazionali.

Dall’espulsione al rimpiazzo

Nel giugno 2024 Vienna aveva revocato l’accreditamento a Ivan Popov e Arina Davidyan, giornalisti della Tass ritenuti in realtà agenti dell’Svr. Come ricostruito da The Insider, i sospetti erano fondati. I due operavano sotto copertura, sfruttando la protezione diplomatica offerta dal mestiere di corrispondente. Dopo oltre un anno di vuoto, lo scorso agosto due nuovi reporter, Olga Kukla e Maksim Cherevik, hanno riaperto il bureau viennese dell’agenzia.

Secondo documentazione d’archivio e registri telefonici, Kukla e Cherevik avrebbero frequentato una casa sicura a Mosca, nel distretto di Yasenevo, sotto il diretto controllo dell’Svr e avrebbero intrattenuto rapporti stretti con Svetlana Strelkovskaya, istruttrice dell’Accademia dell’Svr con lunga esperienza sotto copertura in Germania, indicata come figura di riferimento per le nuove generazioni di agenti destinati ai Paesi di lingua tedesca.

Biografie atipiche

Le carriere dei due giornalisti sollevano ulteriori dubbi. Kukla, risulterebbe laureata in economia energetica al Mgimo, con esperienze lavorative presso Gazprom e Novatek e senza precedenti nel settore mediatico. Cherevik, originario di Novosibirsk, ha avrebbe alle spalle esperienze in Rosneft e un breve incarico a Pechino come corrispondente Tass. Entrambi con un background affine al comparto energetico e alle relazioni internazionali strategiche di Mosca, secondo l’inchiesta.

Vienna la pista da ballo

Sede di istituzioni come l’Aiea, l’Opec e l’Osce, Vienna rappresenta storicamente uno snodo particolare per le operazioni di intelligence. Già in epoca sovietica la capitale era centrale per la Prima Direzione del Kgb, che utilizzava i corrispondenti Tass non solo per raccolta informativa ma anche per misure attive, ovvero campagne di disinformazione coordinate. Un caso emblematico rimane quello di Vyacheslav Kevorkov, generale e capo della residenza Kgb a Vienna sotto copertura giornalistica.

Il grande gioco

Oggi la struttura operativa della Tass non sembra cambiata e l’agenzia continua a svolgere un duplice ruolo, quello di vettore propagandistico e di copertura per agenti di intelligence. Negli ultimi mesi ha diffuso notizie rivelatesi false e attribuite a fonti dell’Svr, come l’ipotetico piano angloamericano per sostituire Volodymyr Zelensky, la presunta ossessione revanscista del cancelliere tedesco Friedrich Merz o l’imminente invasione della Nato in Moldavia.

Il legame tra Tass e apparato di spionaggio è di vecchia data ed emblematica ne è la vicenda del generale Vyacheslav Kevorkov, che per anni guidò la residenza del Kgb a Vienna sotto copertura di corrispondente Tass. Una continuità che trova riscontro anche oggi. Più recentemente, le autorità austriache hanno arrestato un alto dirigente di Omv, accusato di aver passato documenti riservati a un diplomatico russo. Subito dopo, l’improvviso rientro a Mosca dell’ambasciatore Dmitry Lyubinsky, poi nominato viceministro degli Esteri da Putin, ha alimentato i sospetti di una più ampia riorganizzazione delle reti operative russe in Austria.

L’espulsione, il rimpiazzo e la costante attività sotto copertura mostrano la resilienza delle reti russe in Europa centrale. I metodi tradizionali vengono replicati senza particolari innovazioni ma in un contesto radicalmente mutato, mentre le operazioni ibride e l’utilizzo di agenti a gettone (spie usa e getta) occupano sempre più spazio all’interno delle operazioni sottosoglia del Cremlino.

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