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Se c’è una spina dorsale del Pnrr, sono i dirigenti pubblici e privati. Anello di congiunzione tra il Palazzo e l’economia reale. In una parola, i territori. Per questo l’assemblea annuale della Cida, la confederazione dei manager italiani sia statali sia privati, era quanto mai attesa, nell’anno in cui l’Italia ha ripreso a carburare ma anche nei mesi in cui il governo si gioca la partita più delicata, quella per i fondi europei sotto il cappello del Recovery Plan.

E così, presso un affollato spazio eventi di Piazza di Spagna, oltre al presidente Stefano Cuzzilla, sono intervenuti Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente, Paolo Zangrillo, responsabile per la Pubblica amministrazione e Marina Elvira Calderone, titolare delle Politiche Sociali. Punto di caduta, il futuro dei manager, dei quadri, fulcro della crescita italiana, alla luce di un’inflazione che non sembra lasciare scampo, erodendo budget, fatturati e utili.

Cuzzilla ha preso subito la questione di petto, aprendo la sua relazione. “Oltre alle questioni sovrannazionali come guerra, inflazione, mutazioni dei rapporti geopolitici, immigrazione, abbiamo all’interno tre grandi sfide: attuare il Pnnr, far decollare la Pa aggredendo ritardi e burocrazia e rendere più competitivi e alleati pubblico e privato. Come gestiremo tutto questo determinerà il nostro futuro”. Ma ecco i problemi, da risolvere e in fretta.

UN TACCUINO PER IL GOVERNO

“La stima del +1,2% del Pil per il 2023 è un dato che testimonia la capacità di reazione del nostro Paese, ma ci sono ancora molte questioni irrisolte”, ha attaccato Cuzzilla. “Sono urgenti interventi sull’occupazione e sulla produttività altrimenti la forbice con l’Ue è destinata ad allargarsi, anche per effetto delle tendenze demografiche del nostro paese. Ci preoccupa che la maggior parte dei nostri sforzi sia diretta a difendere le nostre imprese da attacchi predatori di multinazionali straniere, mentre in troppi pochi casi siamo noi ad attaccare”.

Non è tutto. “Ci preoccupa la situazione di stallo che abbiamo ereditato, nel settore pubblico in particolare, che per anni ha ostacolato il rinnovo dei contratti nazionali. Come possiamo attrarre professionalità qualificate, magari dal settore privato, se non si offre loro un contratto dignitoso? Allora dobbiamo capire cosa traina veramente il nostro Pil. Per essere realmente protagonisti in Europa bisogna puntare su produzioni ad alto valore aggiunto aggiudicandoci il primato nelle innovazioni che sono destinate a dominare i mercati nel prossimo futuro”.

IL TRAGUARDO DEL PNRR

Il discorso non poteva poi non cadere sul Pnrr. “In quest’ottica il Pnrr rappresenta una leva di investimenti importante e la sua attuazione potrebbe addirittura controbilanciare in parte le politiche monetarie restrittive dell’Unione Europea. Per questo è fondamentale che il Governo proponga le revisioni al Piano entro agosto e che, dal giorno successivo, si torni a correre. Abbiamo solo un obiettivo, ed è un obiettivo di tutti: lavorare insieme per realizzare il cambiamento profondo che il Paese si merita. Con responsabilità, trasparenza, affidabilità e soprattutto competenza”, ha messo in chiaro Cuzzilla.

LA MISSIONE DELLE COMPETENZE

Una sponda, sul fronte delle competenze, è arrivata dal ministro Calderone. Per la quale “non a caso il 2023 è l’anno europeo delle competenze che devono essere considerate l’elemento centrale di ogni esperienza lavorativa di qualità. Questo scenario richiede una maggiore attenzione su percorsi formativi – scolastici, universitari e professionali che recepiscano e valorizzino i messaggi che vengono dal mondo del lavoro. In quest’ottica il governo si sta già attivando con il Fondo Nuove Competenze, per dare maggiore spazio alla formazione manageriale, e puntando sulla semplificazione dei processi affinché i frutti delle azioni messe in campo siano immediatamente percepibili”.

In merito al ruolo della dirigenza nel rilancio dell’imprenditorialità del nostro Paese a livello europeo Adolfo Urso, ha spiegato infine come “dirigenti pubblici e privati sono un anello importante, abbiamo bisogno del confronto con voi per indicare alla classe dirigente del Paese che questo è il momento dell’Italia, insieme possiamo tornare a fare la storia. Dobbiamo creare un sistema Paese. L’Italia può assumere un ruolo significativo a livello europeo e internazionale. Il fatto stesso che oggi Meloni sia a Varsavia lo dimostra, perché è il Presidente dei conservatori, una delle grandi famiglie europee. Particolarità che ha solo la Francia, con il Presidente della Repubblica che è anche presidente di un’altra famiglia europea, quella dei liberali”.

Le sfide perse e quelle da vincere. Il taccuino della Cida per il governo

Dall’assemblea della Confederazione dei dirigenti, presieduta da Stefano Cuzzilla, arriva un messaggio forte e chiaro all’esecutivo. Il Pnrr è la pietra angolare della crescita, Palazzo Chigi acceleri sulla revisione del Piano, perché di tempo se ne è già perso troppo. E per Urso i manager sono colonna portante dell’economia

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