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Giusto in tempo per le consultazioni Germania-Cina di domani, oggi Cosco ha finalizzato il suo ingresso nel porto di Amburgo. Dopo due anni di trattative, il colosso statale cinese avrà una quota minoritaria del 24,99% di partecipazione in uno dei terminal del porto della città anseatica. Originariamente puntava a una quota del 33%, uno scenario evitato dalle proteste di diversi ministeri del gabinetto tedesco. Chissà se il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il primo ministro cinese Li Qiang, a capo delle due delegazioni che si incontreranno a Berlino, avranno il tempo e l’occasione per partecipare a un evento dedicato a questo importante sviluppo.

Il via libera del governo tedesco all’ingresso di Cosco nel terminal container Tollerort con il 24,99% della società Hafen und Logistik AG (Hhla), partecipata dall’ente amministrativo della città, era arrivato un mese fa. A ottobre il cancelliere Scholz, ex sindaco di Amburgo, era riuscito ad avere la meglio su diversi ministri del suo governo, in particolare quelli dei Verdi.

Ad aprile i media tedeschi avevano rilevato che dall’inizio dell’anno l’infrastruttura è classificata come “critica” dall’Ufficio federale per la sicurezza informatica (Bsi). Ciò, come spiegavamo su Formiche.net, non implicava lo stop automatico dell’operazione. Che, infatti, non si è realizzato.

La conclusione dell’affare giunge a pochi giorni dalla pubblicazione della nuova Strategia di sicurezza nazionale da parte del governo tedesco. Tempismo notato criticamente dal deputato cristiano-democratico Norbert Röttgen.

L’affare interessa anche l’Italia. Come raccontato su Formiche.net nelle scorse settimane, riguarda in particolare Trieste, il cui porto è stato da tempo individuato da Pechino come scalo perfetto per la Via della Seta nell’Adriatico. Infatti, all’inizio del 2021 Hhla ha concluso all’inizio dell’anno scorso un’operazione per l’acquisizione del 50,01% della società triestina Piattaforma logistica Trieste.

L’affare sinotedesco “non sembra presentare ripercussioni dirette su Trieste”, aveva spiegato nei mesi scorsi Francesca Ghiretti, analista del centro studi tedesco Merics, a Formiche.net. “Ma guardando all’operazione in maniera più generale emergono alcuni interrogativi che riguardano la concorrenza. Infatti, Cosco, che riceve fondi statali dalla Cina, non compete allo stesso livello di altre imprese nel settore. Inoltre, la sua posizione dominante sul mercato è un potenziale strumento geopolitico per Pechino”, aveva aggiunto.

Affare fatto, così Cosco sbarca ad Amburgo

Alla vigilia delle consultazioni Germania-Cina di domani, il colosso di Pechino finalizza l’operazione per una quota del 24,99% in uno dei terminal del porto della città anseatica. Ecco le conseguenze per l’Italia

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