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In Italia la rete di distribuzione elettrica ha un ruolo chiave per abilitare la transizione energetica sia per la crescente connessione di impianti distribuiti (oltre il 70% della capacità rinnovabile addizionale da installare entro il 2030 in Italia verrà infatti connessa alla rete di distribuzione) sia per il ruolo sempre più attivo dei consumatori finali nel sistema elettrico, che diventano prosumer e promotori di “attività” innovative.

A metterlo in risalto è stato lo Studio “Il ruolo della distribuzione elettrica per una transizione energetica sicura” presentato oggi e realizzato da Teha in collaborazione con Enel, che è stato analizzato da Lorenzo Tavazzi, senior partner e board member di The European House – Ambrosetti e Teha Group, Gianni Vittorio Armani, direttore Enel Grids and Innovability di Enel e Guido Bortoni, presidente di Cesi, già capo dipartimento Energia del governo italiano e già presidente di Arera.

Lo Studio mette in luce come la rete di distribuzione ha un ruolo chiave per abilitare la transizione energetica. Necessari pertanto investimenti che permettano alla rete di gestire il cambiamento di assetto del sistema elettrico e far fronte ai cambiamenti climatici.

“Alla luce dei cambiamenti in atto nel sistema elettrico e di quelli richiesti per raggiungere la decarbonizzazione, il consolidamento e sviluppo della rete di distribuzione come mezzo essenziale per abilitare questa evoluzione è di fatto al centro del dibattito energetico attuale. Per sostenere questa nuova importante fase di sviluppo della rete di distribuzione attraverso capitale investito e innovazione, è necessario garantire un assetto in continuità che permetta una stabilità finanziaria e una gestione sostenibile per gli operatori della rete di distribuzioni”, ha detto Armani.

Secondo la Commissione Europea, per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2050, l’Unione Europea dovrà raddoppiare il tasso annuo di installazione delle fonti energetiche rinnovabili (Fer), rispetto alla media degli ultimi 5 anni, in gran parte nel vettore elettrico che dovrà coprire il 60% dei consumi finali europei.

La crescita delle rinnovabili impone quindi lo sviluppo di una rete di distribuzione come mezzo essenziale per abilitare l’evoluzione richiesta.

Il Net Zero Industry Act (Nzia) della Commissione Europea ha infatti identificato la rete elettrica come una tecnologia strategica per il raggiungimento delle emissioni nette zero al 2050.

In Italia, la strategicità della rete elettrica è confermata dalla sua presenza nelle infrastrutture strategiche definite dal Golden Power, in un contesto in cui più dell’80% dell’elettricità consumata in Italia viene fornita dalla rete di distribuzione.

La rete di distribuzione elettrica è sia servizio essenziale per la società (servendo più di 30 milioni di utenti domestici), ma anche e soprattutto per le attività economiche, con 7 milioni di utenze commerciali e industriali connesse.

Nel 2023 in Italia sono state effettuate oltre 370 mila connessioni, 7 volte il numero registrato 10 anni fa, a riprova dell’importanza che sta assumendo la generazione elettrica decentralizzata, con impianti di produzione di energia relativamente più piccoli e più vicini ai consumatori finali.

A queste nuove esigenze dettate dal cambiamento di assetto del sistema elettrico va adeguata la distribuzione, perché ora la rete elettrica moderna deve riuscire a far fronte – oltre che ha un crescente numero di fonti di produzione elettrica distribuite, a flussi elettrici bi-direzionali e a consumatori finali sempre più attivi.

Il tema, quindi, è al centro del dibattito non solo per questo cambiamento di assetto del sistema elettrico, ma anche per i cambiamenti climatici in atto. Infatti, i fenomeni metereologici estremi possono creare danni rilevanti alle infrastrutture elettriche, con ripercussioni sul sistema produttivo e sulla collettività. Per garantire una costante affidabilità del servizio elettrico sono quindi necessari investimenti per incrementare la resilienza della rete di distribuzione nei prossimi anni.

Lo studio pertanto individua le caratteristiche salienti della performance della rete di distribuzione in Italia, confrontandola con altri Paesi benchmark in Europa.

Ed è emerso che la rete di distribuzione italiana (intesa nell’assetto attuale) è tra le più virtuose d’Europa, grazie a un efficace sviluppo del capitale investito che ha abilitato alti tassi di innovazione, efficienza e sviluppo infrastrutturale. In particolare, la rete italiana è 1º per economicità degli oneri di rete e per tasso di penetrazione e funzionalità degli smart meter.

L’efficienza, l’efficacia, l’economicità e l’innovazione del settore della distribuzione sono state supportate da un sistema normativo-regolatorio sviluppato su più livelli, evoluto e particolarmente adeguato alle reti.

Ma per fare evolvere ora il sistema elettrico sono richiesti nuovi importanti investimenti nella rete per garantire la continuità delle performance. In Italia, nei prossimi 10 anni, saranno richiesti circa 6 miliardi di euro all’anno di investimenti, con conseguenti importanti benefici per il sistema-Paese.

Infatti, gli investimenti medi annui attesi nella rete di distribuzione elettrica in Italia potranno generare oltre 13 miliardi di euro di valore aggiunto nel sistema ogni anno, circa lo 0,7% del Pil italiano, abilitando oltre 170mila posti di lavoro e garantendo oltre 12 miliardi di euro di redditi per le famiglie italiane.

Per questo l’auspicio è che l’evoluzione futura preservi e valorizzi, in una prospettiva di lungo termine, gli importanti benefici garantiti finora dal sistema normativo-regolatorio.

Ecco il ruolo della distribuzione elettrica nella transizione energetica. Lo studio

Lo studio di Teha, in collaborazione con Enel, “Il ruolo della distribuzione elettrica per una transizione energetica sicura”, evidenzia il ruolo strategico della rete di distribuzione e l’importanza degli investimenti su un’infrastruttura cruciale per contribuire alla decarbonizzazione e allo sviluppo del Paese. Tutti i dettagli

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