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Arriva in parlamento il caso della fuga di Artem Uss. Ma per la vicenda che riguarda il magnate russo che si trovava ai domiciliari nel Milanese in attesa dell’estradizione verso gli Stati Uniti sarebbe più corretto parlare di esfiltrazione, molto probabilmente orchestrata dall’intelligence russa, forse con l’aiuto di un ex militare italiano. Benedetto Della Vedova e Riccardo Magi, deputati di +Europa, hanno presentato una interrogazione ai ministri dell’Interno e della Giustizia, Matteo Piantedosi e Carlo Nordio, per chiedere chiarezza sulle modalità di fuga dall’Italia.

I FATTI

Come ricordano i due parlamentari, lo scorso 22 marzo Uss è scomparso dall’appartamento di Basiglio, in provincia di Milano, dove stava scontando la misura cautelare degli arresti domiciliari. Era stato arrestato all’aeroporto di Milano Malpensa il 17 ottobre, in esecuzione di un mandato di arresto internazionale dell’autorità giudiziaria di New York. Il 29 novembre il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha trasmesso, come rivelato dalla stampa, al ministero della Giustizia italiano una lettera formale in cui esortava il nostro Paese a prendere “tutte le misure possibili” per disporre la misura della custodia cautelare nei confronti del soggetto, per l’intera durata del procedimento di estradizione, dato l’altissimo rischio di fuga del soggetto. La Corte d’Appello di Milano ha confermato due dei quattro reati di cui è accusato dalla giustizia americana (frode bancaria e violazione dell’embargo nei confronti del Venezuela) – reati che si ipotizza siano legati all’impegno bellico russo in Ucraina – e, in data 2 dicembre, ha concesso a Uss i domiciliari, con il cosiddetto “braccialetto elettronico”, nonostante l’allarme lanciato dalle autorità statunitensi in considerazione della pericolosità del soggetto. Il 21 marzo, poi, la stessa Corte ha autorizzato l’estradizione negli Stati Uniti di Uss, che il giorno successivo è fuggito.

L’INTERROGAZIONE

Della Vedova e Magi chiedono al ministro dell’Interno se “ritenga che siano state adottate tutte le misure di sicurezza adeguate nei confronti di un soggetto accusato di gravi reati internazionali, per i quali era stata autorizzata l’estradizione negli USA” e “se risponde al vero che il braccialetto elettronico era sprovvisto di trasmettitore GPS e se non ritenga, in ogni caso, che la fuga di Artem Uss, a fronte di una omessa adeguata sorveglianza, costituisca un grave vulnus per i nostri sistemi di sicurezza”. Al ministro della Giustizia, invece, se “ritenga che l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, in sostituzione della custodia in carcere, fosse giustificata, alla luce degli elementi giudiziari all’esame della magistratura, e in relazione alle specifiche esigenze cautelari da soddisfare nel caso concreto”.

IN ATTESA DI MELONI AL COPASIR

Inevitabile che il caso Uss sia al centro dell’audizione di giovedì prossimo al Copasir di Giorgia Meloni, alla quale, da presidente del Consiglio, è affidata in via esclusiva “l’alta direzione e la responsabilità generale della politica dell’informazione per la sicurezza, nell’interesse e per la difesa della Repubblica e delle istituzioni democratiche poste dalla Costituzione a suo fondamento”, come recita la legge 124 del 2007. L’interrogazione di Della Vedova e Magi ai ministri dell’Interno e della Giustizia riguarda, invece, aspetti non relativi all’intelligence e dunque non sottoposti al controllo parlamentare del Copasir che lavora con l’obbligo del segreto.

In attesa di Meloni al Copasir, il caso Uss arriva in Aula

Della Vedova e Magi (+Europa) hanno presentato un’interrogazione ai ministri dell’Interno e della Giustizia sull’esfiltrazione del magnate russo. Sugli aspetti relativi all’intelligence parlerà con ogni probabilità la presidente del Consiglio in audizione al Comitato parlamentare sugli 007. Ma sul resto, può operare il Parlamento senza l’obbligo del segreto

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