Skip to main content

Recessione, ma senza disoccupazione è questa la nuova parola d’ordine, la nuova tendenza, negli Stati Uniti. Ma com’è possibile che si verifichi un tale fenomeno? Successivamente alla crisi di Lehman Brothers del 2008 la situazione era simile, seppur antitetica: “ripresa economica, senza occupazione” … the jobless recovery, che era un po’ lo specchio, al contrario, di quello a cui stiamo assistendo adesso. Allora era la paura di assumere personale a valle della recessione più feroce dopo gli anni della depressione degli anni 30. Oggi le cause a fondamento di questa situazione sono completamente diverse.

Negli States l’attuale tasso di disoccupazione è tra i più bassi degli ultimi cinquant’anni: il 3,7%, un dato che continua a stupire tutti considerato, appunto, che si continua a parlare di recessione negli Stati Uniti. In realtà questa situazione è facilmente riconducibile al maxipiano di investimenti implementato dal presidente Biden. Un’iniezione di capitale che sta generando nuovi posti di lavoro, incoraggiando l’export delle nostre imprese negli Stati Uniti e favorendo uno sviluppo senza precedenti negli ultimi 30’anni della storia economica statunitense.

Nuove infrastrutture, la transizione all’elettrico e una particolare attenzione all’impiego di tecnologie “green” che – unitamente al riorientamento della “supply chain” e alla spinta al “friend shoring” – sta ristabilendo una relazione commerciale solida tra Europa e Stati Uniti. Tutto ciò ha, giocoforza, generato nuove assunzioni ed ecco spiegato il tasso di disoccupazione al 3.7% dell’America nonostante la politica monetaria restrittiva attuata dalla Fed.

Nonostante questa situazione favorevole e foriera di nuovi stimoli, il Pil degli Usa è in flessione. E potrebbe essere ricondotto al Covid. Dopo la pandemia, la sfida più grande per le aziende Usa è stata quella di trovare nuovo personale per far fronte alla ripresa delle attività economiche. Memori di quella difficile situazione, le imprese sono restie a licenziare per paura di trovarsi nella medesima situazione post pandemica. Questa è, a nostro avviso, una delle ragioni per cui assistiamo a un calo del Pil negli States: i dipendenti vengono tenuti a libro paga, per paura di non riuscire ad assumerne altri in futuro e questo da una parte sostiene i livelli occupazionali, mentre dall’altra determina un deterioramento della produttività e, conseguentemente, un rallentamento nella crescita del Pil.

Secondo noi l’economia americana in questo momento si trova sbilanciata su tre fronti:

– una recessione annunciata che però non trova una giustificazione se pensiamo a un tasso di disoccupazione così sotto la media;
– i dati sul Pil in calo che possono trovare una logica spiegazione nella tutela di posti di lavoro per non rischiare di rimanere senza personale;
– una politica monetaria restrittiva, a fronte di una politica di bilancio espansiva.

Insomma, siamo di fronte ad una strana tricotomia che prima o poi troverà una soluzione. La nostra speranza è che prevalga il buon senso perché raggiungere l’obiettivo dell’inflazione al 2% con una disoccupazione del dieci, sarebbe una vera e propria vittoria di Pirro.

Stati Uniti, quella illogica recessione, senza disoccupazione

Di Lucio Miranda

Recessione alle porte, ma non solo. Siamo di fronte ad una strana tricotomia che prima o poi troverà una soluzione. La nostra speranza è che prevalga il buon senso perché raggiungere l’obiettivo dell’inflazione al 2% con una disoccupazione del dieci, sarebbe una vera e propria vittoria di Pirro. L’analisi di Lucio Miranda presidente di ExportUsa

Che ne sarà del Centro senza Berlusconi. L'ipotesi di Merlo

“Tramonto definitivo della seconda repubblica” o apertura “di una una nuova fase politica”? Con la scomparsa del leader di Forza Italia è a tutti evidente che c’è uno spazio politico che va interpretato, intercettato e rappresentato…

Il destino dell'Ucraina passa anche dai candidati alla Casa Bianca. Ecco cosa pensano

La guerra sarà un ago della bilancia fondamentale nella corsa alla Casa Bianca. Per il presidente Joe Biden parla ciò che ha fatto nell’ultimo anno e mezzo di conflitto. Per gli altri candidati repubblicani, e per il GOP in generale, la questione è invece più complessa. Tutte le posizioni e le sfumature

Crittologia moderna. Dalla teoria dell’informazione alla scienza dell’informazione quantistica

Di Achille Pierre Paliotta

L’importanza di mettere in evidenza che lo sviluppo della scienza e della tecnologia non sempre obbedisce a delle motivazioni di carattere internalista. Bensì… L’analisi di Achille Pierre Paliotta, primo premio nel concorso per tesi post-laurea sull’intelligence, organizzato dalla Società italiana di intelligence di Mario Caligiuri

Social e crimini di guerra. Così l'intelligenza artificiale rimuove le prove

Alcune piattaforme digitali come Meta e YouTube dicono di volere modificare le norme per proteggere gli utenti ed evitare che contenuti potenzialmente utili per i processi e le indagini sulle violazioni dei diritti umani spariscano senza essere archiviati. Ma la Bbc ha dimostrato che gli algoritmi cancellano automaticamente molti contenuti, non riuscendo a distinguere un crimine di guerra da un video “solamente” violento

Vi racconto la trappola cinese. La verità di Dolkun Isa

Di Dolkun Isa

Pubblichiamo un estratto del libro La trappola cinese, di Dolkun Isa, politico e attivista cinese uiguro della regione autonoma dello Xinjiang, e la prefazione del senatore Giulio Terzi Sant’Agata

L’IA e l’escalation a livello globale del dossier Taiwan

La convergenza di criticità storiche dell’industria tecnologica, delle questioni irrisolte a livello unionale e delle tensioni nell’area indo-pacifica rischiano di compromettere la sovranità europea sull’Intelligenza Artificiale. L’analisi di Andrea Monti, professore incaricato di Digital Law nel corso di laurea magistrale in Digital Marketing dell’università di Chieti-Pescara

Le sfide della transizione. Il libro di De Luca al Ministero della Cultura

Di Duccio Fioretti

La crisi dei principi tradizionali porta ad un interregnum della storia. Al ministero della Cultura giuristi, diplomatici e professori dibattono sulle sfide che caratterizzano “Lo Stato Globale di Emergenza”, titolo del libro presentato in quest’occasione dall’autore Valerio De Luca

L’Europa del futuro, basata sulla sostenibilità pragmatica. Scrive D'Adamo

Di Idiano D’Adamo

Punti di intesa tra la presidente del Parlamento europeo Metsola e la premier Meloni. Una scelta che muove verso l’Europa che verrà con al centro dell’agenda il concetto di sostenibilità pragmatica. Il commento di Idiano D’Adamo, docente di Ingegneria Gestionale alla Sapienza

I numeri (e gli obiettivi) del nuovo complesso militare-industriale europeo

L’Ucraina ha svelato che l’Europa non è militarmente preparata ad affrontare un conflitto convenzionale. Ma le reazioni iniziali non sono ancora state seguite da atti concreti. E senza le commesse dei governi, i grandi campioni continentali della Difesa si ritrovano con una capacità d’azione limitata

×

Iscriviti alla newsletter