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“Ogni anno, in Italia mi reco in una scuola per vivere con gli studenti l’inizio del nuovo anno scolastico che li vedrà impegnati nello studio: è un momento importante non soltanto per le alunne e gli alunni, perché coinvolge le loro famiglie e riguarda l’intera società”.

Queste parole del Presidente Sergio Mattarella, pronunciate a Capodistria in occasione della cerimonia di inaugurazione del rinnovato Collegio dei Nobili, richiamano un’esperienza vissuta, in questa settimana, da tanti nostri connazionali.

Anche “là dove tutto ha avuto inizio”, ossia in Terra Santa, il suono della prima campanella ha già segnato l’apertura del nuovo anno scolastico, in particolare per gli istituti cattolici che, nell’accogliere bambini e ragazzi senza alcuna distinzione di religione, si confermano uno dei segni più profetici della presenza cristiana, sempre più esigua. Sono “case di apprendimento, di incontro e di dialogo, campi che seminano la pace, salvaguardano la dignità e aprono a ogni studente le porte del futuro, (appunto) indipendentemente dalla provenienza”.

L’essere al servizio delle comunità locali viene da lontano. Infatti, gli archivi della Custodia (di Terra Santa) ne documentano l’esistenza a partire dal XVI secolo. Nel corso dei secoli, sono cresciuti, aprendosi dapprima ai cristiani e, poi, ormai più di 200 anni fa, agli allievi non cristiani; assicurando ininterrottamente percorsi formativi all’avanguardia.

Qui importa mettere in risalto il recente gesto concreto di solidarietà che ha riguardato la rete di questi istituti. Cioè, la decisione del Patriarcato Latino di Gerusalemme di “condonare tutti i debiti di tutte le famiglie verso le (proprie) scuole per gli anni precedenti al Giubileo, fino all’anno scolastico 2024-2025 escluso”.

Deve essere stata una scelta non semplice da prendere, per i “costi che essa comporta”, soprattutto in questo momento di grave crisi che attraversa il Medio Oriente.

Per completezza, ben prima della citata determinazione, ad esempio, la Custodia copriva, e copre ancora, una quota parte delle rette scolastiche che le famiglie non riuscivano, e non riescono, a sostenere.

Tale atto (di remissione dei debiti), che “non elimina la responsabilità di nessuno, famiglie comprese, nei confronti degli impegni verso le scuole”, è un’iniziativa coraggiosa che ci coinvolge e interpella tutti; mostrando come “la via della pace passi per l’educazione”, che è “il principale investimento sul futuro e sulle giovani generazioni” (Papa Francesco).

Dalla Terra Santa un gesto del Giubileo. Scrive Nicotri

importa mettere in risalto il recente gesto concreto di solidarietà che ha riguardato la rete di questi istituti. Cioè, la decisione del Patriarcato Latino di Gerusalemme di “condonare tutti i debiti di tutte le famiglie verso le (proprie) scuole per gli anni precedenti al Giubileo, fino all’anno scolastico 2024-2025 escluso”. Tale atto rappresenta un’iniziativa coraggiosa per la pace. Scrive Nicotri

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